Sostenibilità faro per aziende anche con la crisi

Una azienda semideserta.
Una azienda semideserta.(ANSA)

ROMA.  – La sostenibilità resta un vettore di sviluppo e crescita per le aziende (oltre che per il paese) anche con la pesante recessione scatenata dal Covid e le scelte e i fondi della Ue indicheranno a imprese e governi di andaré sempre più in quella direzione.

Al Forum Ansa 2030 i dati emersi dall’indagine speciale Istat  ricordano la magnitudo della crisi con oltre un terzo delle aziende che vede “seri rischi operativi” e oltre la metà ha problemi con la liquidità.

“Un disastro senza precedenti” spiega il portavoce dell’Asvis Enrico Giovannini per il quale la recessione non intacca anzi favorisce la necessità delle aziende a muoversi verso i settori di un’economia sostenibile. Anche perché i fondi europei vogliono progetti e idee incentrati su questi temi.

“Si tratta di una scelta obbligata” spiega sottolineando come il nostro paese, in attese delle risorse Ue che arriveranno solo nel 2021, debe intanto sfruttare fino all’ultimo quelle di Bruxelles inutilizzate e magari cancellare i sussidi dannosi per l’ambiente (19 miliardi).

Si vedrà quali saranno le decisioni del governo. Il viceministro dell’economia Misiani, nel suo intervento al Forum rivendica il fortissimo impegno di questi mesi contro la crisi pari a 75 miliardi di indebitamento netto e garanzie per proteggere lavoratori e aziende.

“Non ci possiamo permettere” di aumentare le diseguaglianze e crearne delle nuove”, afferma. Anche lui è d’accordo nella necessità per il paese di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e promette che il piano di rilancio che l’Italia dovrà presentare alla Ue arriverà dopo un percorso di dialogo con tutte le forze produttive e la società civile.

L’esecutivo conta di presentarlo a settembre anche perchè, come ricorda Giovannini “i tempi sono strettissimi”, le aziende devono ora compiere le loro scelte strategiche per i prossimi anni (e non a caso le reazioni arrivano secondo l’Istat dalle imprese più dinamiche) e ora, dopo il grande impegno sulla protezione di chi è stato colpito, bisogna andare oltre quel “poco” che si è speso per il rilancio.

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