Aneddoti olimpici, Berlino 1936: Azzurri si ritirano perché i giapponesi saltano troppo

La regista Leni Riefensthal gira anche un film a riguardo di Berlino 1936. foto cortesia

CARACAS – La Germania ospita le gare della XI Olimpiade, in una Nazione ormai assoggettata alla dittatura hitleriana, con simboli nazisti in tutta Berlino e con il Fuhrer e i suoi gerarchi pronti a lasciare lo stadio per non applaudire e premiare atleti afroamericani e di stati considerati inferiori. L’edizione è comunque molto ben organizzata e la regista Leni Riefensthal gira anche un film a riguardo di Berlino 1936.

Tra gli aneddoti che ci hanno lasciato questi giochi c’é uno che riguarda la spedizione azzurra. Dopo aver assistito alle prove di un atleta giapponese i commissari del CONI ritirano dalle gare del salto triplo la squadra italiana. Il motivo? Nessun atleta azzurro é capace di superare i 15,5 metri, mentre i giapponesi raggiungono quota 16 metri.

Per la cronaca, la prova del salto triplo fu vinta dal 23enne giapponese Naoto Tajima, con un salto di 16 metri, lasciandosi alle spalle il suo connazionale Masao Harada (15,66) e l’australiano Jack Metcalfe (15,50).

Tra le notizie importanti di questi giochi c’é da segnalare che la bolognese Trebisonda ‘Ondina’ Valla vinse gli 80 metri ostacoli, primo oro azzurro al femminile.

L’atleta simbolo di Berlino 1936 rimane l’americano di colore Jesse Owens, nativo dell’Alabama e capace di conquistare 4 ori tra gare di velocità e salto in lungo. Stando alle cronache dell’epoca Hitler per non complimentarsi con Owens, abbandonò lo stadio, ma il pubblico fece del grande Jesse un beniamino, applaudendo le sue imprese.

(di Fioravante De Simone)

Lascia un commento