Feltri lascia l’Ordine dei giornalisti: “Una persecuzione contro di me”

Vittorio Feltri alla presentazione del libro di Gennaro Sangiuliano "Putin. Vita di uno Zar",
Vittorio Feltri alla presentazione del libro di Gennaro Sangiuliano "Putin. Vita di uno Zar", Milano, 21 dicembre 2015. ANSA/MOURAD BALTI

ROMA. – La lunga diatriba tra il direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, e l’Ordine dei giornalisti arriva a una svolta con la decisione del giornalista di lasciare l’organismo. “Io ho 77 anni e non mi preoccupo molto dell’avvenire. Fatta questa premessa, dico che rimanere nell’Odg, che si diverte a avvolgermi nel fumus persecutionis, non mi interessa”, spiega all’ANSA il giornalista.

“Avremmo preferito accompagnarlo su una strada di maggior attenzione alle norme della professione”, replica il presidente dell’Ordine, Carlo Verna.

Una carriera iniziata nel 1962 nella sua città natale, all’Eco di Bergamo, Feltri ha lavorato negli anni ’70 e ’80 al Corriere della Sera e all’Europeo, prima di assumere la direzione dell’Indipendente. Negli ultimi venti anni è passato alla guida alternativamente de Il Giornale e di Libero, facendo discutere con i suoi articoli, i suoi titoli e le sue esternazioni.

Ultima quella sul sud sociologicamente inferiore rispetto al nord, che ha provocato una valanga di polemiche. A dare la notizia delle dimissioni è stato il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti in un editoriale in prima pagina con il sottotitolo: “Così il soviet del politicamente corretto uccide la libertà”.

“Perché lo abbia fatto, lo spiegherà lui – scrive Sallusti – ma io immagino che sia una scelta dolorosa per sottrarsi una volta per tutte all’accanimento con cui da anni l’Ordine dei giornalisti cerca di imbavagliarlo e limitarne la libertà di pensiero a colpi di processi disciplinari per presunti reati di opinione e continue minacce di sospensione e radiazione”.

“Mi si accusa di cose che non posso aver fatto – precisa Feltri -. Essendo direttore editoriale, non ho responsabilità di legge sugli articoli pubblicati. C’è un direttore responsabile. Chiedano a lui, non a me. Invece, mi danno addosso non si capisce perché. Non credo sia possibile un trattamento speciale per un giornalista, solo perché è un personaggio pubblico. Per questo querelerò tutti quelli che mi hanno ingiustamente sottoposto a procedimenti disciplinari”.

“Una volta al di fuori della categoria Feltri potrà tranquillamente continuare ad esprimere liberamente le sue opinioni come prevede l’Articolo 21 della Costituzione – risponde Verna -. E’ ovvio che la responsabilità di quello che scriverà si sposta sui direttori responsabili delle testate che lo ospiteranno; come avviene per i tantissimi non giornalisti che ogni giorno, sulla carta stampata o in tv, esprimono liberamente le proprie idee.”

Feltri continuerà a svolgere il ruolo di direttore editoriale. “Può farlo anche un geometra – spiega -. Sono anche consigliere d’amministrazione. Se vorrò esprimere opinioni, lo farò come opinionista, a titolo gratuito”.

(di Michele Cassano/ANSA)

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