Confcommercio, consumi ancora a picco, a maggio -30%

Ristoranti, bar e negozi chiusi in via Condotti, Roma. Immagine d'archivio.
Ristoranti, bar e negozi chiusi in via Condotti, Roma. Immagine d'archivio.(ANSA)

ROMA. – Consumi ancora in forte calo. L’avvio della fase due con la graduale ripresa delle attività non basta a segnare la strada del recupero, che anzi si prospetta lento e spesso incerto. A maggio l’Indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc) resta in picchiata e segnala un calo del 29,4%.

“L’economia italiana, nonostante la fine del lockdown, fatica a riprendersi. A maggio i consumi sono calati del 30%, le famiglie hanno meno reddito e molte imprese rischiano la chiusura”, commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, chiedendo di passare “dagli annunci alla concretezza dei risultati” e sostenendo l’ipotesi del governo di riduzione dell’Iva, ma che non sia “eccessivamente provvisoria”: consumatori e imprese “hanno bisogno di certezze”.

Certo il dato di maggio sui consumi è meno negativo se confrontato con il -47% registrato ad aprile, nel pieno del lockdown per contenere la pandemia da Covid, ma conferma – segnala l’Ufficio studi della confederazione – “grandi difficoltà” soprattutto per i servizi legati al tempo libero.

Tra i settori più colpiti, infatti, il tempo libero è quello che paga il prezzo più pesante (-92% per i servizi ricreativi, tra gli ultimi anche a riprendere), seguito da alberghi, bar e ristoranti (-66%) e da abbigliamento e calzature (-55%).

Molto negative anche le prospettive per il Pil nel secondo trimestre, per il quale viene stimata una contrazione a doppia cifra: -17,4% rispetto al primo trimestre e -21,9% nel confronto annuo (dopo aver toccato rispettivamente -5,3% e -5,4% nei primi tre mesi dell’anno), nonostante il rimbalzo congiunturale di maggio e giugno.

Per questo mese viene infatti stimata una crescita del Pil, al netto dei fattori stagionali, del 4,7% su base mensile (dopo il +10,4% di maggio seguito al -16,6% di aprile) ed un calo del 17,2% su base annua. Cifre, dice Confcommercio, che rendono “ben chiara l’entità della montagna che il Paese debe scalare”.

Di qui, la necessità di incidere sulla velocità della ripartenza e sul suo consolidamento, perché su questo si gioca il futuro del Paese, avverte Confcommercio. Bisogna sostenere le imprese ed i consumi: “C’è pochissimo tempo, bisogna passare subito dagli annunci alla concretezza dei risultati. A partire dalla liquidità, che molte imprese non hanno ancora visto, fino ad un piano di rilancio dell’immagine dell’Italia nel mondo”, sostiene Sangalli.

Tornando al quadro sui consumi, dunque, nonostante l’allentamento delle misure per il contenimento della pandemia e la graduale ripresa delle attività, la domanda delle famiglie ha stentato a trovare la strada di un recupero incisivo.

Per cui anche nel mese di maggio, segnala l’analisi di Confcommercio, sono pochi i segmenti che registrano un segno positivo e sono tutti legati alla maggiore presenza in casa, imposta dal lockdown: così alimentazione “domestica” (in particolare cibo e bevande +4,4%), servizi per le comunicazioni (+2,5%) ed energía elettrica (+6,7%) sono tra i pochi settori i cui consumi sono sopra i livelli di un anno fa.

Per molti segmenti non solo il recupero è “modesto quanto, soprattutto, denso di incognite sul futuro prossimo”, come nel caso della domanda di autovetture, dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta l’area legata al turismo e alle attività d’intrattenimento.

Lascia un commento