Facebook censura Trump. Corte Suprema salva Dreamer

Una carovana di migranti honduregni si dirige verso gli Stati Uniti. Immagine d'archivio. (Ansalatina))
Una carovana di migranti honduregni si dirige verso gli Stati Uniti. Immagine d'archivio. (Ansalatina))

WASHINGTON. – Donald Trump sempre più sotto scacco. Neanche il tempo di smaltire la rabbia per le pesanti accuse di John Bolton, suo ex alleato, ecco arrivare un nuovo sonoro schiaffo dalla Corte Suprema: no al giro di vite sui Dreamer, gli immigrati irregolari entrati negli Usa da bambini e protetti da un programma federale varato da Barack Obama.

Vengono bloccati quindi i tentativi di porre fine alle norme che riparano dal rischio di rimpatrio circa 700 mila persone, quelle che già godono di un permesso di lavoro regolare.

Ad esultare non è solo l’ex presidente, che per un volta non vede rottamata una parte fondamentale della sua eredità politica, ma sono tutti gli oltre 1,3 milioni di irregolari che aspirano ad entrare nel Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals) e che ora vedono una luce in fondo al tunnel, festeggiando quello che è stato ribattezzato il Dreamers Day.

Solo alcuni giorni fa era stato il popolo arcobaleno a fare festa e a ringraziare l’Alta Corte per aver riconosciuto il diritto della comunità Lgbtq a non essere discriminata sul lavoro.

Due sconfitte nel giro di pochissimo tempo molto difficili da digerire per il tycoon, che deve incassare anche adesso anche la “censura” di Facebook dopo quella di Twitter: uno spot della sua campagna elettorale e’ stato infatti rimosso perche’ conteneva simboli nazisti e di istigazione all’odio.

Insomma, un momento davvero ‘no’ per il presidente americano, che dopo aver rafforzato con due nomine l’ala conservatrice dei giudici costituzionali pensava di avere il massimo órgano giudiziario quasi in pugno.  Invece ancora una volta il presidente John Roberts, scelto a suo tempo da George W. Bush, si è schierato con i colleghi dell’ala liberal, confermandosi sempre più ago della bilancia.

Un problema non da poco per il presidente, che sa bene come all’orizzonte ci siano altre decisioni della Corte cruciali per le sue chance di vittoria alle presidenziali di novembre: quella sulla libertà di possedere armi sancita dal secondo emendamento della costituzione Usa e quella sulle dichiarazioni fiscali mai svelate dal tycoon.

Per questo l’ira di Trump è irrefrenabile, e parla di decisioni “politicamente motivate della Corte Suprema che – afferma – sono fucilate in faccia alle persone che sono orgogliose di chiamarsi repubblicani o conservatori”.  Cosi’ minaccia di cambiare ulteriormente la composizione della Corte con una nuova lista di candidati entro il primo settembre.

Si dice “felice” invece Barack Obama, che invita gli americani a eleggere Joe Biden e un Congresso democratico “che faccia il suo lavoro, protegga i Dreamer e crei una volta per tutte un sistema davvero meritevole di questa nazione di immigrati”.

Anche il candidato democratico alla Casa Bianca parla di “vittoria” e promette di trasformare la legislazione sui Dreamer in un programma permanente. Poco prima Biden aveva sparato a zero sul tycoon per le rivelazioni di Bolton, secondo cui Trump avrebbe chiesto aiuto alla Cina per essere rieletto.

“Abbiamo appreso dall’ex consigliere per la Sicurezza nazionale che il presidente Trump ha svenduto il popolo americano per proteggere il suo futuro politico. Non è solo moralmente ripugnante, è una violazione del sacro dovere verso il popolo di proteggere gli interessi americani e difendere i suoi valori”. In una sola parola, tradimento.

Da Pechino smentiscono, ma dal libro di Bolton emerge come Trump per ingraziarsi Xi Jinping avrebbe approvato persino l’internamento degli uiguri: “Secondo il nostro interprete, il presidente disse che Xi doveva andare avanti con la costruzione dei campi”, scrive Bolton, che in un’intervista alla Abc definisce il tycoon “incompetente e inadatto” alla carica di presidente.

“É solo un pazzo malato che vuole vendicarsi per essere stato licenziato”, la replica di Trump. Ma per il tycoon, assediato da tutte le parti, sono giornate sempre più nere.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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