Sanzioni Usa contro la Siria, colpita anche Asma

Cittadini osservano i danni di un attacco del Ejército sirio al mercato di Binnish, nella provincia di Idlib. Immagine d'archivio.
Cittadini osservano i danni di un attacco del Ejército sirio al mercato di Binnish, nella provincia di Idlib. Immagine d'archivio. (AFP/OMAR HAJKADOUR

BEIRUT.  – Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni contro il regime siriano, i suoi alleati Russia e Iran, e contro chiunque intenda partecipare al lucroso affare della ricostruzione, del commercio di petrolio e altre risorse energetiche.

Per la prima volta, le misure restrittive colpiscono Asma al Assad, moglie del presidente siriano, lui iscritto dal 2011 nella lunga lista di nomi sanzionati dagli Usa e dall’Unione Europea.

Il governo siriano ha definito le nuove sanzioni Usa come una “flagrante violazione del diritto e delle norme internazionali”.

Elaborate tra il 2018 e il 2019 e firmate dal presidente americano Donald Trump sei mesi fa, le sanzioni mirano a isolare il governo siriano dal punto di vista finanziario e commerciale, impedendo a una serie di individui ed entità, siriani e stranieri, di operare direttamente e indirettamente con le autorità di Damasco e con esponenti del regime del presidente Bashar al Assad.

E dalla Francia è giunta oggi la notizia, non direttamente collegata con quella delle nuove sanzioni Usa, che Rifaat al Assad, l’82enne zio del raìs di Damasco, è stato condannato a quattro anni di carcere perché riconosciuto colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici in Siria, riciclaggio di beni trafugati e guadagni illeciti.

Il dipartimento di Stato americano ha pubblicato oggi la lista di 39 tra persone ed entità messi sotto sanzione – tra cui appunto la first lady siriana – in base al “Cesar Act” firmato dal presidente Donald Trump sei mesi fa. Così chiamato dallo pseudonimo “Cesar” di un poliziotto siriano disertore che nel 2014 aveva trafugato decine di migliaia di immagini di prigionieri siriani torturati in carcere, il pacchetto di sanzioni si basa sul principio della necessità di proteggere i civili siriani dai bombardamenti aerei russi e governativi e dalla repressione carceraria di dissidenti politici, così come di consentire il ritorno “volontario, sicuro e in dignità” di milioni di siriani sfollati e profughi.

Il dipartimento di Stato afferma che “le persone e le aziende che gli Stati Uniti sanzionano oggi hanno giocato un ruolo chiave nell’ostruire una soluzione politica pacifica del conflitto” in Siria. Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha comunque affermato che le sanzioni rese note oggi sono solo “l’inizio di quella che sarà una sostenuta campagna di pressioni economiche e politiche per togliere al regime di Assad i ricavi e il sostegno usati per condurre la guerra e commettere atrocità di massa contro i siriani”.

Mentre le sanzioni americane entravano in vigore, la Banca centrale di Damasco ha svalutato formalmente la lira siriana, adeguando il tasso di cambio ufficiale con il dollaro statunitense a 1.250 lire, mentre al cambio nero il biglietto verde ha nei giorni scorsi sfiorato quota 3mila lire siriane.

Dal vicino Libano, Paese in default finanziario e attraversato dalla sua peggiore crisi economica degli ultimi 30 anni, gli Hezbollah libanesi hanno definito le sanzioni Usa come il tentativo americano di “affamare il Libano e la Siria”.

(di Lorenzo Trombetta/ANSA)

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