Terme alla ripartenza, si scommette sugli italiani

Una veduta di Abano Terme Montegrotto.
Una veduta di Abano Terme Montegrotto.

ABANO TERME. – Investire sulla clientela italiana, ritarare le tariffe, guardare ad un target diverso e aumentare la formazione del personale : la riapertura degli alberghi termali è iniziata di fatto lo scorso fine settimana ma le strutture al tempo del Covid hanno dovuto ‘cambiare pelle’ e strategie di marketing.

I primi segnali sembrano indicare che anche per fanghi è arrivato il tanto atteso disco verde. Lo conferma Chiara Borile, a capo con i fratelli Cristina e Alessandro dei GB Hotels, il più grande gruppo alberghieri termale d’Italia con cinque hotel a cinque e quattro stelle tra Abano e Montegrotto, un fatturato che supera i 35 milioni e uno staff di più di 450 dipendenti.

Dopo la chiusura imposta, da qualche giorno ha riaperto il Grand Hotel Trieste & Victoria, l’albergo più capiente della catena. L’obiettivo è di riavviare in l’estate tutte le strutture, riassorbendo il personale, a partire dai contratti a tempo indeterminato. “Il fine settimana ha visto arrivare 150 clienti sui 300 della piena capienza – racconta Borile – . Tutti italiani, ad eccezione di un paio di coppie tedesche e russe”.

In piscina a prendere il sole sono famiglie dall’accento veneto, lombardo o emiliano. Tutti si sono adeguati senza problemi alle nuove regole imposte dal Covid. Negli spazi interni si gira con la mascherina, le jacuzzi esterne per ora sono a riposo, saune e bagni turchi funzionano su prenotazione.

Gli italiani rispettano con rigore le novità, compresa la misurazione della temperatura e le norme imposte per salire in ascensore. Al punto che una coppia di tedeschi che ‘dimentica’ in tasca la mascherina viene redarguita in sala dagli altri ospiti italiani.

“Le terme si stanno affollando – spiega Borile – perché le piscine termali sono igienizzate con il cloro, come imposto dall’Usl. Tutto l’hotel segue le direttive dettate dal direttore sanitario, alle quali fa riferimento anche una serie di piatti pensati per alzare le difese dell’organismo, l’ImmunoMenù”.

Si scommette sulla ripresa totale dell’attività anche perché i costi di gestione in modalità antivirus sono lievitati. E non di poco.. “Un esempio per tutti – dice Borile – :l’abolizione del buffet ci ha costretto ad aumentare il personale in cucina, perché i piatti ora, dall’antipasto al dolce, devono essere creati e serviti al momento”.

Anche i trattamenti, al tempo del Covid, seguono le prescrizioni di sicurezza. I terapeuti hanno la mascherina mentre effettuano qualunque attività, dal fango termale al massaggio. Gli asciugamani e le salviette sono monouso: ogni cosa, compreso il lettino, viene sterilizzata prima della seduta.

A riaffacciarsi per primi nel fine settimana di riapertura sono soprattutto i clienti affezionati dell’hotel, lo zoccolo duro di repeater conquistato negli anni. Per l’estate si punta al riaffacciarsi dei russi, attesi con la ripresa dei voli da Mosca sul ‘Marco Polo’ di Tessera, e al ritorno della tradizionale clientela tedesca, bacino di utenza elettivo delle terme euganee.

“Stanno rispondendo bene i clienti che ci conoscono da tempo- conclude Borile- . Li abbiamo contattati uno ad uno. Stiamo lavorando sulla fiducia e questo lavoro, duro ma necessario, ci sta ripagando”.

Lascia un commento