Il Presidente Mattarella avverte: “Servono risultati concreti”

ROMA. – Una società “provata e disorientata” da una pandemia che “ha sconvolto la quotidianità mettendo in discussione abitudini e comportamenti scontati” ma che ora, avverte senza mai citare gli Stati Generali al via proprio oggi, “dall’esplorazione in atto delle proposte di forze economiche, sociali e culturali in corso, deve saper approdare a risultati concreti”.

Pronuncia almeno otto volte la parola ‘futuro’ il presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti a una platea virtuale di centinaia di giovani di tutta Italia. E’ a loro in particolare, diventati nel tempo “freddi e diffidenti” nei confronti della politica, che pensa il Capo dello Stato quando auspica che dal confronto in corso con le parti sociali si “tragga una spinta per recuperare il meglio di noi stessi”.

L’occasione è l’evento ‘Quale futuro’, una video-maratona di otto ore promossa dal ministro per le Politiche giovanili Vincenzo Spadafora per stilare, grazie a quattro tavoli tematici, un pacchetto di proposte che il governo punterà a trasformare in atti concreti.

Mattarella parla dunque a una platea via web, ed è “una iniziativa preziosa e innovativa” con cui i ragazzi possono “dialogare in prima persona con le istituzioni”. Ma la transizione tra reale e virtuale per il presidente non è compiuta, e perciò non priva di rischi: “Le grandi trasformazioni politiche e sociali hanno in qualche modo affievolito i canali tradizionali di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica – ha sottolineato il presidente – Un divario sempre più evidente che è stato in parte surrogato dalla massiccia presenza dei nuovi mezzi di comunicazione fondati sull’utilizzo del web; che peraltro non ha ancora trovato un punto di adeguata maturazione”.

Oggi dunque va “disegnato un futuro comune”, e questo è “compito precipuo della politica”, però servono “nuove idee per rispondere a sfide inattese”. Da qui l’appello ad ascoltare “la voce dei giovani” che hanno una “più nitida percezione delle necessità”. “Si avverte una diffusa voglia di futuro – ha specificato anzi il Capo dello Stato – e nessuno meglio delle giovani generazioni può interpretarla”.

Il tutto va inserito nel quadro europeo (la recente proposta ‘Next Generation Ue’ della Commissione) a cui “l’Italia è chiamata a partecipare” nel rispetto del dettato costituzionale che riecheggia – articolo 3 – nelle parole di Mattarella: servono “decisioni volte a rimuovere quel che oggi ostacola la crescita sociale ed economica e che produce ingiustizie e diseguaglianze”.

“A ciascuna generazione – la conclusione del presidente della Repubblica – toccano in sorte tempi e prove diversi. Quelli che viviamo sono tempi di grandi cambiamenti: dobbiamo saperli indirizzare in positivo”.

(di Gabriele Santoro/ANSA)

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