Aneddoti olimpici: Kanakuri, una maratona lunga 54 anni

Nel 1967, Kanakuri, in occasione del 55º anniversario dei Giochi olimpici venne invitato a Stoccolma per concludere la sua Maratona foto cortesia

CARACAS – La maratona fu concepita come l’evento di prima pagina, il momento clou delle Olimpiadi di Atene 1896. Si inspirava alla legenda di Filippide, il soldato greco che nel 490 A.C. si dice avesse corso 41,84 km fino ad Atene per portare il messaggio “Nike” che in greco significa vittoria. In quell’occasione era la vittoria degli ellenici sui persiani nella famosa battaglia di Maratona, per poi crollare morto per la fatica.

La distanza standard fu allungata ai Giochi di Londra del 1908 su ordine della famiglia reale, che voleva che la gara iniziasse sotto le finestre del Castello di Windsor e si chiudesse di fronte al palco reale del White City Stadium, in poche parole quasi un chilometro in più, in questo modo si arrivò alla distanza attuale di 42 km e 195 metri.

I maratoneti devono essere dotati di una resistenza física eccezionale. L’attuale record olímpico, a livello maschile,  é di 2 ore 6 minuti e 32 secondi in mano del keniota Samuel Wanjiru stabilito nei giochi di Pechino 2008. Mentre a livello femminile è in possesso dell’etiope Tiki Gelena con 2 ore 23 minuti e 7 secondi stabilito nei giochi Londra 2012.

Ma c’è un primato particolare, quello del giapponese Shizo Kanakuri che ha impiegato 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti per portare a termine la maratona iniziata nel 1912 a Stoccolma e conclusasi nel 1967 sempre nella capitale svedese con il taglio del traguardo nello stadio olimpico.

Vi chiederete com’é possibile? Nel 1962 racconta la sua storia ad un giornalista. La sua avventura olimpica fu resa possibile grazie ad una raccolta di fondi organizzata dalla Tokyo Normal Higher School, presso la quale il giovane studiava. Kanakuri partì in treno da Shinbashi per Tsuruga; da qui si imbarcò per Vladivostok, dove prese la Transiberiana per Mosca; dopo 18 giorni di viaggio arrivò a Stoccolma.

Nella gara, al 30º km circa, il giapponese si fermò per bere, pare un bicchiere di succo offertogli da uno spettatore che osservava la gara dal proprio giardino. Il caldo e la spossatezza lo indussero ad accettare l’invito di riposarsi per qualche minuto al fresco all’interno della casa. La sosta gli fu fatale: sedutosi su una poltrona si addormentò profondamente. Al suo risveglio la gara era finita da molte ore e la polizia lo cercó lungo tutto il percorso. Alla fine fu dichiarato scomparso, e in Svezia non si ebbero più sue notizie.

Nel 1967 in occasione del 55º anniversario dei Giochi olimpici venne invitato a Stoccolma per concludere la sua Maratona. Il settantaseienne atleta riprese a correre da dove, oltre mezzo secolo prima, si era addormentato e tagliò infine il traguardo fermando i cronometri sul tempo irripetibile.

(di Fioravante De Simone)

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