Dazi zero sui farmaci contro le crisi sanitarie

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BRUXELLES.  – Azzerare i dazi sui medicinali e i dispositivi medici, evitare il blocco delle esportazioni o delle importazioni di questi prodotti anche in caso di crisi sanitaria e migliorare le regole del commercio mondiale sugli scambi di beni essenziali. Sono alcune delle idee che la Commissione europea vorrebbe discutere a nome dell’Ue con i partner dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

Il commissario Ue al commercio, Phil Hogan, le ha condivise con i tecnici dei paesi membri la settimana scorsa e domani le presenterà ai ministri Ue per un primo dibattito sul tema.

“Il carattere globale della crisi del Covid-19 – spiega un portavoce della Commissione – ci ha messo davanti alla necessità di una risposta collettiva da parte della comunità internazionale per essere più preparati in futuro”. All’inizio di marzo l’India, tra i più grandi produttori al mondo di principi attivi medicinali, ha bloccato le esportazioni di 26 sostanze, come il paracetamolo, e di ingredienti, come vitamina B1, B6, B12, progesterone e l’idrossiclorochina, fármaco antimalarico al centro di una disputa scientifica sul trattamento del Covid-19.

Nuova Delhi aveva dato lo stop alle spedizioni dopo l’interruzione delle forniture di materie prime dalla provincia di Hubei in Cina, il primo focolaio del nuovo coronavirus. Ci è voluto un mese e mezzo, anche su pressione Ue, per far tornare la situazione alla normalità.

L’esperienza ha persuaso Bruxelles a proporre meccanismi che facilitino la circolazione dei beni essenziali, anche nella prospettiva dell’accesso al vaccino e a nuovi trattamenti per il Covid-19. Oltre a coordinarsi con i partner del Wto, l’Ue guarda anche a ridurre la dipendenza dalle importazioni. La pandemia ha reso più urgente la “strategia dei farmaci”, già nell’agenda della Commissione, che arriverà entro fine anno e su cui è aperta una consultazione fino al 7 luglio.

L’iniziativa affronterà “problemi come carenza e accessibilità di farmaci e la nostra dipendenza dalle importazioni”, ha spiegato all’ANSA la commissaria alla salute Stella Kyriakides. Sebbene una parte della strategia guardi a produrre nell’Ue i medicinali essenziali, “non parliamo di autosufficienza – specifica la commissaria – ma di incentivare l’innovazione dell’industria europea e limitare la dipendenza da singoli produttori o paesi”.  Per assicurare la stabilità e la continuità degli approvvigionamenti, anche in situazioni di crisi.

(di Angelo Di Mambro/ANSA)

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