Torna ring Las Vegas, Vianello “per boxe in clausura”

Guido Vianello (azzurro) e Leinier Eunice Pero (rosso) di Cuba (red) in azione al Riocentro in Rio de Janeiro, Brasile 2016.
Guido Vianello (azzurro) e Leinier Eunice Pero (rosso) di Cuba (red) in azione al Riocentro in Rio de Janeiro, Brasile 2016. ANSA/EPA/VALDRIN XHEMAJ

ROMA.  – La boxe si riprende la scena e punta i riflettori sul ring del MGM Grand di Las Vegas per una serata che, per diversi motivi, verrà consegnata alla storia. E che vedrà protagonista un pugile italiano, il massimo Guido Vianello, che domani incrocerà i guantoni con lo statunitense Don Haynesworth (dalla sua 16 vittorie, 3 sconfitte e un pareggio).

Sarà un match strano, particolare, blindato, in “un’area fredda”. “Però – dice il pugile romano, al telefono dal Nevada – l’importante è ripartire dopo lo stop per il Coronavirus. La boxe è riuscita anche ad anticipare il calcio che qui, negli Stati Uniti, ripartirà a fine mese: è bello che il pugilato torni a essere protagonista come lo fu un tempo. Sono soddisfatto. E poi, ci sarà anche la trasmissione tv, su ESPN: l’arena sarà senza pubblico, i colpi rimbomberanno”.

Ex esponente del Centro sportivo carabinieri (“mi sono dovuto congedare”), Vianello è carico e pronto, perché non ha mai smesso di allenarsi, decidendo di restare negli States e rinunciando al calore della famiglia.

“É stato un anno veramente difficile, non solo per me o per la boxe, ma per l’Italia e il mondo intero. Questa situazione ci ha uniti. Grazie alle sensazioni positive che mi hanno accompagnato, alla volontà di allenarmi sempre, domani potrò combattere. Sono felice di questo. Quando salirò sul ring, per me è come se non fosse successo alcunché”.

L’avvicinamento alla riunione di domani è stato quantomeno particolare, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia. “Ieri abbiamo fatto tutti i test – racconta Vianello -, ci hanno riservato un intero piano dell’hotel, siamo rimasti blindati per una giornata intera, mentre oggi faremo il peso ufficiale. Potrò muovermi in una specie di regime di semilibertà, evitando la zona del casinò. Ci hanno messo al polso un bracciale, a testimonianza del fatto che ci siamo già sottoposti ai test. Non penso che la sosta influirà sul mio rendimento, qui a Las Vegas non ci sono state restrizioni, mi sono potuto allenare anche con gli sparring-partner e andando a correre nel deserto”.

“Quando cominciai a praticare il pugilato, a 15 anni, cercavo di seguire l’esempio dell’ucraino Wladimir Klitschko che, pugilato a parte, ha sempre dimostrato di essere un uomo di cultura e, con colpi molto semplici, ha vinto i titoli modiali”, conclude Vianello.

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