Scuola: si chiude tra scioperi, sitin e saluti ‘distanti’

Maestri in piazza a Napoli per lo sciopero generale, nell'ultimo giorno di scuola, indetto dai sindacati per la stabilizzazione dei precari.
In una foto d'archivio maestri in piazza a Napoli per lo sciopero generale, nell'ultimo giorno di scuola, indetto dai sindacati per la stabilizzazione dei precari. ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – Computer e tablet spenti, oggi, in occasione dell’ultimo giorno di lezione di questo anno scolastico tanto particolare, metà del quale senza il suono della campanella, a causa dell’emergenza Covid. I maggiori sindacati della scuola, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno indetto uno sciopero generale del personale per rivendicare – hanno spiegato – il diritto di studenti e docenti di tornare a scuola a settembre in sicurezza.

Flash mob, manifestazioni, sit in, tutti rigorosamente rispettando il distanziamento e con guanti e mascherine, si sono tenuti da nord a sud Italia, anche davanti al ministero dell’Istruzione dove si sono riunite circa 200 persone, tra cui alcuni rappresentanti degli studenti.

E in questa già particolare giornata una grossa polemica l’ha suscitata il consigliere della Lega di Borgo San Lorenzo Claudio Ticci che su fb ha condiviso una fotomontaggio con la scritta dell’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau trasformata da ‘Arbeit macht frei’ (il lavoro rende liberi) a ‘La scuola educa alla libertà’. E poi un’altra frase in tedesco, ‘Schule macht Frei’ accompagnata dalla traduzione in italiano ‘La scuola Libera’: un modo molto discutibile – e criticato da tutte le forze politiche – per esprimere il dissenso sulle misure che il governo potrebbe assumere per il rientro dei ragazzi a scuola a settembre. Ticci si è poi scusato.

Tornando allo sciopero promosso dai sindacati, l’accusa che viene da loro mossa alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è quella di non aver messo la scuola al centro dell’azione del governo, oltre ad aver mostrato chiusura al dialogo e ad ogni confronto: ad eccezione dell’aggiornamento delle graduatorie dei supplenti, i sindacati criticano la mancanza di disponibilità rispetto alla richiesta di un potenziamento degli organici di prof e degli Ata; sostengono che non sono state accolte le richieste da loro avanzate per garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe né la promozione di modifiche normative che sottraggano i dirigenti scolastici da responsabilità in merito alla manutenzione degli edifici; sono insoddisfatti anche rispetto alla mancata previsione di un concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti le funzioni di Direttori dei servizi generali amministrativi; infine con il concorso che si terrà solo in autunno per la stabilizzazione dei precari, vedono sfumare la speranza di avere i docenti in cattedra dal 1 settembre e paventano la ripresa della scuola con 200 mila supplenti in cattedra.

“E’ troppa la distanza tra quanto necessario alla scuola pubblica per garantire la ripartenza a settembre in presenza e in sicurezza, e quanto assicurato dalla ministra Azzolina”, dice Francesco Sinopoli, leader della Flc Cgil. Critiche arrivano anche dall’opposizione.

“L’anno scolastico 2019-2020 resterà nella memoria di intere generazioni di studenti perché mai nella storia dell’Italia repubblicana si era vissuta una tale emergenza e una chiusura così prolungata di tutte le istituzioni scolastiche”, dice Mariastella Gelmini, capogruppo di FI Italia alla Camera. E Gabriele Toccafondi (IV) sottolinea che “lo sciopero lo dovrebbero fare i genitori più che i sindacati della scuola”.

Intanto in alcuni istituti in tutta Italia alcune classi hanno scelto di salutarsi ritrovandosi, rispettando la normativa Covid ma scegliendo anche forme di socialità. “Abbiamo iniziato con la scuola Franchetti a Piazza Bernini – spiega la presidente del Municipio I a Roma, Sabrina Alfonsi – e sono stati riuniti a a debita distanza i bambini delle elementari per salutarsi, tra canti, giochi ed emozioni”.

Così anche in tante scuole medie e superiori. Si avvicina infine anche la data della maturità: fra una settimana, lunedì 15 giugno alle 8.30 inizieranno ufficialmente i lavori dell’Esame di Stato con la prima riunione plenaria della commissione d’esame. Verrà estratta la lettera da cui partiranno gli orali – unica prova rimasta quest’anno – e subito dopo verrà reso noto il calendario dei colloqui, che partiranno mercoledì 17. All’appello mancano circa 1000 presidenti di Commissione ma gli Uffici scolastici contano di chiudere la partita a giorni.

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