Ius soli della discordia, sparito dall’agenda del Governo

La stilista italo-haitiana Stella Jean con in mano la costituzione alla manifestazione a Roma per ricordare George Floyd
La stilista italo-haitiana Stella Jean con in mano la costituzione alla manifestazione a Roma per ricordare George Floyd. ANSA/ FABIO FRUSTACI

ROMA. – Seppellito dall’emergenza Covid-19 e dai dissidi interni alla maggioranza, nella Piazza del Popolo che omaggia George Floyd rispunta lo ius soli. La legge è stata infatti invocata dai giovani della piazza per la campagna Black lives matter. Giovani italiani ma spesso dalla carnagione scura, che sentono il tema sulla propria pelle.

“Ius soli subito, lo prevede la Costituzione”, è la richiesta partita dalla manifestazione di Roma. Richiesta che, anche questa volta, potrebbe restare inascoltata. “E’ il momento di accelerare l’iter con l’obiettivo di arrivare in tempi rapidi al passaggio del testo in aula. Sarebbe anche la miglior risposta a chi crede che dalla crisi del Covid 19 si esca comprimendo i diritti e con un arroccamento in chiave sovranista”, spiega il capogruppo Leu Federico Fornaro al quale subito replica la sua omologa di Fi, Maria Stella Gelmini: “le emergenze sono altre”.

Prima del Covid, durante la campagna delle ultime Regionali il dossier tornò in trincea, grazie anche alle Sardine. Ma, nella maggioranza, fu subito scontro. Con Luigi Di Maio che stoppò Nicola Zingaretti spiegando come lo Ius soli non fosse una priorità. Mentre Pd e Iv sono in grandissima parte favorevoli, la legge da anni spacca anche il M5S, con solo una minoranza del Movimento, capeggiata da Giuseppe Brescia, che spinge per la legge.

Provvedimento che fu approvata in prima lettura alla Camera nel 2015 salvo arenarsi al Senato due anni dopo, prima dello scioglimento delle Camere. E, non a caso, lo Ius soli è stato uno dei temi su cui l’attuale leader di Iv non ha lesinato critiche al suo successore, Paolo Gentiloni.

Al momento sono tre le proposte di legge sul tema incardinate in commissione Affari Costituzionali alla Camera. La prima, sullo ius soli vero e proprio, a prima firma di Laura Boldrini; la seconda, presentata da Renata Polverini, sullo ius culturae; la terza, a prima firma di Matteo Orfini su ius culturae e ius soli temperato.

Nell’autunno scorso era cominciato il lavoro per arrivare a un testo unico. Le divisioni interne alla maggioranza e il coronavirus hanno bloccato tutto. Con lo ius soli può diventare cittadino italiano chi è nato in Italia da genitori stranieri, dei quali almeno uno in possesso del diritto di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno di lungo periodo. Di fatto almeno un genitore deve avere permesso di soggiorno da almeno 5 anni.

Lo Ius culturae vale per i minori stranieri nati in Italia o che siano arrivati entro i 12 anni. Possono acquisire la cittadinanza qualora abbiano frequentato regolarmente un percorso scolastico per almeno 5 anni in Italia. Anche in questo caso i genitori devono essere in possesso di un permesso di soggiorno.

Lo Ius soli temperato stabilisce che chi è nato in Italia, e ha terminato un ciclo di studi nel nostro Paese, ha diritto alla cittadinanza italiana. Resta la condizione del permesso di soggiorno di lungo periodo per uno dei due genitori. Resta da vedere se il tema, con la fase 3, rientrerà nell’agenda di governo.

“Si tratta di una legge talmente importante che mai vorrei diventasse motivo di scontro o di propaganda politica”, è l’auspicio di Jasmine Cristallo, portavoce di “6000 Sardine”.

(di Michele Esposito/ANSA)

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