Papa Francesco: “In Italia fase acuta Covid superata, seguire le norme”

Papa Francesco durante l'Angelus benedice la folla in Piazza San Pietro.
Papa Francesco durante l'Angelus benedice i fedeli in Piazza San Pietro. ANSA/GIUSEPPE LAMI

CITTA’ DEL VATICANO. – Papa Francesco invita a “non cantare vittoria troppo presto” sull’uscita dalla pandemia da Coronavirus e a continuare a “seguire con cura le norme vigenti”: e rivolge lo sguardo ai Paesi dove “il virus sta facendo ancora tante vittime”, esprimendo la sua vicinanza ai malati, alle famiglie, a chi presta loro assistenza.

Lo fa nel secondo Angelus domenicale in cui in Piazza San Pietro, dopo il lungo lockdown, torna la presenza dei fedeli, in numero contingentato e ben distanziati fra di loro, senza assembramenti, dotati di mascherine e sotto l’occhio attento di poliziotti e gendarmi che filtrano gli accessi e vigilano sul rispetto delle norme anti-contagio.

“Saluto tutti voi, romani e pellegrini: i singoli fedeli, le famiglie, e le comunità religiose – esordisce il Papa dalla finestra dello studio privato dopo la recita della preghiera mariana -. E anche la vostra piccola presenza in piazza è segno che in Italia la fase acuta dell’epidemia è superata”.

“Ma state attenti, non cantare vittoria prima, non cantare troppo presto vittoria!”, avverte. “Anche rimane la necessità di seguire con cura le norme vigenti – spiega Francesco -, perché sono norme che ci aiutano a evitare che il virus vada avanti”. “Grazie a Dio stiamo uscendo dal centro più forte, ma sempre con le prescrizioni che ci danno le autorità”, aggiunge.

La voce del Pontefice si fa poi più cupa: “Ma purtroppo in altri Paesi – e penso in alcuni – il virus sta facendo ancora tante vittime”. “Venerdì scorso, in un Paese, è morto uno al minuto! Terribile”, afferma, e anche se non ne pronuncia il nome il suo riferimento è al Brasile, e comunque all’America Latina, nuova centrale mondiale della pandemia.

“Desidero esprimere la mia vicinanza a quelle popolazioni, ai malati e ai loro familiari, e a tutti coloro che se ne prendono cura – conclude -. Con la nostra preghiera avviciniamoci”. Pur col sollievo di rivedere nuovamente i fedeli in piazza, quindi, ben chiaro è il monito del Papa sul non abbassare anzitempo la guardia, poiché il rischio epidemico è tutt’altro che esaurito.

E nel ricordare che “il mese di giugno è dedicato in modo particolare al Cuore di Cristo, una devozione che accomuna i grandi maestri spirituali e la gente semplice del popolo di Dio”, Bergoglio riserva ai fedeli anche un suo ricordo d’infanzia: “C’è una vecchia, antica preghiera – ricorda ‘a braccio’ -, io l’ho imparata da mia nonna, che diceva così: ‘Gesù, fa’ che il mio cuore sia simile al tuo’. E’ una bella preghiera. ‘Fa’ il mio cuore simile al tuo’. Una bella preghiera, piccolina, per pregare questo mese. La diciamo insieme adesso. ‘Gesù, che il mio cuore si assomigli al tuo'”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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