Scontro Conte e Pd, si tratta sugli Stati Generali. Piano per ripartire

Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e Dario Franceschini, Ministro della Cultura durante la discussione sulla fiducia al nuovo governo nell'aula del Senato.
Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e Dario Franceschini, Ministro della Cultura durante la discussione sulla fiducia al nuovo governo nell'aula del Senato, Roma 10 settembre 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – L’offensiva del Pd complica i piani del premier Giuseppe Conte sugli Stati Generali dell’economia. Il capo del governo tira dritto, ha intenzione di collocare l’appuntamento tra mercoledì e giovedì a Villa Pamphilj e lavora alacremente alla preparazione di un’iniziativa che rischia, tuttavia, di essere “svuotata” in partenza.

L’annuncio del premier in conferenza stampa, ai Dem, proprio non è piaciuto. Non c’è aria di crisi di governo ma la tensione è altissima ed è alimentata dal grande nodo che si cela dietro il piano di riforme e investimenti per la fase 3: come spendere le decine di miliardi che arriveranno dall’Europa.

Dopo le tensioni di ieri tra Dario Franceschini e Giuseppe Conte al Nazareno, Nicola Zingaretti in mattinata riunisce i ministri e lo stato maggiore del partito. “Non c’è alcuna volontà di contrapposizione a Conte”, premettono fonti del Pd. Ma sul merito dell’organizzazione degli Stati Generali la contrapposizione emerge, eccome.

“Siamo favorevoli all’apertura di un processo che coinvolga appieno, e non in maniera superficiale, le migliori energie italiane”, precisano i Dem chiedendo un “percorso serio e adeguato” alla sfida che attende il Paese.

Nel pomeriggio il vice segretario Andrea Orlando è ancora più netto. “Noi non solo non siamo contrari ma lo abbiamo proposto noi questo passaggio. L’obiezione è sulla modalità, non ci convinceva l’idea che lunedì si chiamassero gli Stati generali senza prima definire la proposta del governo e dire come vogliamo spendere i soldi dell’Ue”, spiega l’ex ministro dicendo “no a improvvisazioni”.

Conte, per il momento, tace e lavora al piano riforme. Gli Stati generali, a questo punto, potrebbero configurarsi come una prima tappa, soprattutto di ascolto, con parti sociali, associazioni di categorie e alcune personalità di spicco. Il Pd, tra l’altro, chiede di allargare il confronto a tutte le forze politiche disponibili piazzando un’altra trappola nel progetto del premier.

Che, in fondo, si aspettava tutto ciò se è vero che, già all’indomani del lancio del Recovery Fund, a Palazzo Chigi si prevedeva un “assalto” ai fondi europei. Con conseguente rischio di defenestrazione per Conte. Il tema è che tanto prima il governo riuscirà a partorire questo complesso piano di semplificazioni e riforme tanto più potrebbe crescere la tranche di aiuti del Recovery Fund in arrivo quest’anno.

Ed è uno snodo cruciale, per Conte. Perché solo con la certezza dei soldi europei, il premier potrà davvero fare a meno del Mes, punto sul quale Pd e M5S viaggiano in direzioni opposte e che vedono lo stesso Conte non convinto dell’attivazione. Ma il sentiero, per lui, rischia di stringersi.

Le voci su un possibile partito dello stesso capo del governo agitano ulteriormente il Movimento, nel quale cresce, almeno in una parte, un certo distacco nei confronti di Conte. “Il M5S non lo farà mai cadere. Solo il Pd può farlo. Ma se lo facesse non scommetterei che il Movimento voglia tornare al voto”, spiega una autorevole fonte pentastellata.

E’ in Iv che Conte in queste ore trova una sponda. La fiscalità di vantaggio al Sud, il piano shock sulle infrastrutture, l’abbreviazione dei tempi della giustizia trovano Matteo Renzi in linea. Tanto che il leader Iv ironizza: “è bastato fare l’accordo con Italia Viva e subito altri hanno iniziato a prendere le distanze dal Primo Ministro, chissà perché…”. Ma anche in Italia Viva, a Conte, si chiede concretezza.

Toccherà al capo del governo evitare che gli Stati Generali non si trasformino in un pericoloso boomerang. Al Nazareno, in queste ore, circolava con insistenza un tweet di Pier Luigi Castagnetti: “Andate in un convento 2 giorni, tutto il Cdm, uscitene con una bozza di Piano, Risparmiateci la menata degli Stati Generali”, cinguettava l’ex segretario del Ppi.

(di Michele Esposito/ANSA)

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