Professionisti discriminati, domani protesta virtuale

Un gruppo di architetti in ufficio.
Un gruppo di architetti in ufficio. (ANSA)

ROMA.  – La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’esclusione (avvenuta “all’ultimo minuto”) nel decreto rilancio dei professionisti iscritti ad Ordini e Collegi dal contributo a fondo perduto, concesso, invece, ai titolari d’impresa.

Ma l’indignazione era già salita alle stelle al momento dell’introduzione, nel marzo scorso (col provvedimento Cura Italia), del “bonus” da 600 euro per sostenere chi aveva avuto danni all’attività a causa del Covid-19, erogato con specifici vincoli reddituali per gli associati alle Casse previdenziali private, al contrario di quanto è stato disposto per i lavoratori autonomi, che effettuano i versamenti alla Gestione separata dell’Inps, indennità, peraltro, adesso pure “congelata”, perché si attende (da giorni) un decreto interministeriale che stanzi i fondi per coprire le mensilità di aprile e maggio.

É questo il “carburante” dell’inedita protesta virtuale che si terrà in streaming domani mattina, a partire dalle 10:30, orario in cui sono stati convocati gli Stati generali delle professioni: sul sito www.professionitaliane.it (e sul canale Youtube Professioni italiane, nonché sui profili “social” di 23 Ordini) andrà in scena una richiesta formale alle Istituzioni di metter da parte le “discriminazioni” e di garantire “pari dignità del lavoro in tutte le sue forme”, e di “rispettare il principio di equiparazione tra attività di impresa e libero-professionale, già sancito a livello europeo e nazionale”.

E sarà l’occasione per i vertici delle categorie (guidate da Marina Calderone ed Armando Zambrano) per illustrare il “Manifesto per la Rinascita dell’Italia”, che contiene alcune sollecitazioni per la ripartenza economica dell’intero tessuto produttivo nazionale, dopo l’emergenza sanitaria, tra cui la realizzazione di “un piano credibile di semplificazione normativa”, la “riduzione della pressione fiscale”, nonché l’avvio di un “green new deal” per progettare “opere innovative e promuovere un fondo per lo sviluppo professionale sostenibile”.

Uno scatto ritenuto necessario, anche alla luce di uno studio diffuso dall’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione nazionale dei commercialisti, proprio alla vigilia degli Stati generali: prima ancora che si abbattesse il Coronavirus, si legge, la crisi economica globale aveva inciso assai negativamente sui guadagni dell’intero comparto, che dal 2008 ha registrato “un calo di produttività di oltre il 20%, a fronte di una media nazionale con perdite pari a 2.384 euro, rilevando una flessione del 3,8%”.

(di Simona D’Alessio/ANSA)

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