Aneddoti olimpici: quando il Settebello non si tuffò in vasca ad Anversa 1920

Gli azzurri rinunciarono a terminare a disputare i suplementari poiché la temperatura dell'acqua della vasca era troppo fredda. foto cortesia

CARACAS – La pallanuoto è uno sport nato nel XIX secolo in Inghilterra e in Scozia. Inserita nel programma olimpico fin dal 1900, quando i giochi andarono in scena a Parigi. Nel tempo è diventato uno degli sport più popolari dell’evento a cinque cerchi.

Dagli esperti in materia, la pallanuoto è considerato da molti uno degli sport più duri. Se si pensa, infatti, che il giocatore deve muoversi in acqua, con tutta la fatica ed il disagio che una situazione del genere comporta, se si pensa alla somma di energie necessarie per balzare fuori dall’acqua il più alto possibile per sferrare il tiro con maggiore violenza e al numero di volte che dovrà spostarsi da una zona all’altra dello specchio d’acqua, si capirà facilmente come la pallanuoto possa essere definita “massacrante”.

Nel 1920, ad Anversa, ci fu un aneddoto che riguarda il nostro Settebello. Nella gara d’esordio contro la Spagna, gli azzurri rinunciarono a terminare di disputare i supplementari poiché la temperatura dell’acqua della vasca era troppo fredda. I tempi regolamentari  si erano chiusi sull’1-1.

Al torneo in terra fiamminga, oltre al Settebello ed i padroni di casa, si tuffarono in vasca Brasile, Cecoslovacchia, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Svizzera.

Il campionato fu vinto dalla Gran Bretagna che in finale superó per 3-2 il Belgio. Nel cammino verso il gradino più alto del podio superarono Spagna (9-0) e Stati Uniti (3-2).

(di Fioravante De Simone)

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