Calcio donne aspetta ripartenza, ok Uefa ad azzurre

L'azzurra Cristiana Girelli seduta in mezzo al campo.
L'azzurra Cristiana Girelli seduta in mezzo al campo. (ANSA/EPA/TOLGA BOZOGLU)

ROMA. – L’Uefa ha già rotto gli indugi e ridisegnato il calendario dei gironi di qualificazione a Euro 2022, che si disputerà in Inghilterra, fissando le date delle partite. Dal 17 settembre le azzurre di Milena Bertolini saranno in campo a caccia del pass che dà l’accesso alla fase finale.

Per il resto tutto bene, verrebbe da dire, ma non è così, perché le donne del calcio italiano restano “sospese” fra la voglia di tornare in campo e i timori legati al virus. E poi ci sono anche le disparità con il mondo maschile da affrontare.

Il movimento femminile attende novità per la ripresa della Serie A e c’è chi parla di un ritorno in campo a metà luglio. Da 10 giorni si sta allenando la Juve, la prossima settimana toccherà al Milan e al Sassuolo. Le calciatrici chiedono un protocollo paritario, come nel caso degli uomini, in modo da ridurre al minimo i rischi sulla salute. Il problema, però, sono i costi, la differenza di budget tra i prof. e i dilettanti.

Nei giorni scorsi è arrivato l’appello di Sara Gama all’uguaglianza: ‘azzurra ha invocato “un protocollo ad hoc, per la A e il professionismo”. Non parole, fatti.

Il messaggio è chiaro: le ragazze sono un patrimonio di tutto il calcio italiano, restare altri mesi ferme sarebbe oltremodo deleterio e influirebbe negativamente sul prosieguo della loro carriera. Poco meno di un anno addietro, le azzurre del calcio – protagoniste di una serie di exploit al Mondiale – avevano acceso la passione, poco meno di un anno dopo è tutto è fermo.

L’idea è di chiudere il campionato, le ultime partite della Serie A risalgono al 23 febbraio ed erano valide per la 16/a giornata. Poi, il silenzio. E l’incertezza. Mancano sei giornate alla fine, almeno per alcune squadre, altre dovranno invece recuperare una partita. La Juve è in vetta con un +9 sulla Fiorentina (44 a 35), manca poco per assegnare lo scudetto, di più per ricominciare. O forse no.

Il protocollo ad hoc, reclamato dalle calciatrici, sarebbe già pronto e riprenderebbe quello per il calcio maschile, sia pure con un alcuni aggiustamenti. Ludovica Mantovani, presidente della Divisione calcio femminile, domani si presenterà all’incontro con il ministro Vincenzo Spadafora forte di un documento che porti alla ripresa. “I fondi ci sono. Stanno arrivando”, garantisce.

L’Italia viaggerebbe a braccetto con la Germania (la Freulen-Bundesliga ripartirà venerdì), lasciandosi alle spalle Inghilterra, Francia, Spagna: tutte hanno già deciso la fine dei rispettivi campionati femminili, suscitando non poche polemiche.

In Spagna la portiera Ainhoa Tirapu ha detto che “quest’anno il calcio femminile perderà molta della propria visibilita acquisita durante il Mondiale”.

In Germania, invece, tutto sta per ricominciare. In Inghilterra il campionato di calcio delle ragazze è stato sospeso “nell’interesse del movimento femminile”. Il Manchester City, che era in testa alla classifica, ha parlato con disappunto, ma di “decisione inevitabile”.

Secondo Laura McAllister, ex calciatrice ed ex n.1 dello sport in Galles, “lo sport femminile non è mai stato tanto vulnerabile. Perché è differente la natura dei contratti”.

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