Aneddoti olimpici: la strana fobia della leggenda Muhammad Alí

CARACAS – Tra il 25 agosto e 1° settembre 1960, i Giochi Olimpici andarono in scena a Roma, per la prima ed unica volta nell’edizione estiva. La città eterna si era aggiudicata il privilegio nel 1908, ma a causa dell’eruzione del Vesuvio del 1906 rinunciò a tale evento, cedendo l’onore dell’organizzazione alla città di Londra.

Sono tante le storie che ci hanno lasciato queste olimpiadi all’ombra del Colosseo: il doppio record mondiale di Livio Berruti i, e il primo oro africano di Abebe Bikila. Ma tra le curiosità ce n’è una che riguarda Classius Clay, che poi avrebbe cambiato il nome in Muhammad Ali. Il pugile che é passato alla storia per la frase “vola come una farfalla, pungi come un ape” soffriva di aerofobia.

La sua fobia era tale, che prima di partire per Roma si presentò in un negozio di residuati bellici per fare uno strano acquisto un… paracadute. L’unica garanzia che chiedeva il campione dei guantoni era che fosse funzionante in caso di necessità. Durante le undici ore circa di volo, Classius Clay se ne stette seduto con il suo paracadute sulle spalle e le mani aggrappate ai braccioli del sedile.

Lo statunitense vincerà la medaglia d’oro nei pesi mediomassimi del pugilato, ma la “Coppa Val Barker”, che in ogni Olimpiade premia il pugile migliore per stile e qualità tecniche, viene assegnata all’azzurro Nino Benvenuti, vincitore dell’oro nei pesi welter e destinato anch’egli ad una grande carriera come professionista.

Nel viaggio di ritorno, Classius Clay (abbraccerà l’Islam, cambiando nome, nel ‘64) avrà accanto a se il suo paracadute, ma più rilassato grazie alla medaglia d’oro conquistata nei giochi a cinque cerchi.

Dopo questi giochi, il pugile statunitense diventerà una delle leggende dello sport mondiale.

(di Fioravante De Simone)

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