Aneddoti olimpici: Johnson, l’uomo delle scarpe d’oro

Michael Johnson taglia il traguardo nei 200 m ad Atlanta 1996.
Michael Johnson taglia il traguardo nei 200 m ad Atlanta 1996.

CARACAS – L’Olimpiade del Centenario, ventiseiesima edizione dell’era moderna, fu ospitata dalla città di Atlanta. Nella votazione, la capitale della Georgia si lasciò alle spalle città come Belgrado, Manchester, Melbourne, Toronto ed Atene (sede della prima olimpiade dell’era moderna).

Uno degli atleti che lasciò il segno in questa edizione fu Michael Johnson che affrontò la pista del Centennial Olympic Stadium di Atlanta con un paio di scarpette dorate progettate appositamente per quella pista e per curvare a sinistra. Erano progettate per essere usate solo tre volte. Come andò a finire la prova di Johnson?

La sera della prova dell’atleta a stelle e strisce tutti gli occhi del mondo erano su di lui nella prova dei 200 metri. Pochi giorni prima, Johnson aveva fatto risuonare nel Centennial Olympic Stadium il “The Star-Spangled Banner” nella prova dei 400 metri. Alcuni mesi prima, aveva battuto il record del mondo del nostro Pietro Mennea con un crono di 19”66.

Oltre a Johnson, tra i favoriti dei bookmakers, c’erano Frankie Fredericks (Namibia) e Ato Boldon (Trinidad & Tobago). L’atleta statunitense si presentava sulla pista con il dente avvelenato, in quanto a Barcellona ’92 non partecipò alla finale per un’intossicazione.

Al momento dello start, il pubblico che gremiva gli spalti del Centennial Olympic Stadium era in un silenzio sepolcrale, sembrava di essere in Chiesa. Con il passare dei metri, il pubblico iniziò a rumoreggiare per spingere il suo beniamino verso la meta. Nei primi 100 metri il testa a testa era tra Johnson e Fredeicks, poi lo statunitense mise il piede sull’acceleratore e staccò tutti con le sue scarpe dorate, mandando il delirio il pubblico presente.

(di Fioravante De Simone)

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