Trump senza freni: “Contagi Usa medaglia, Pelosi pazza”

Donald Trump. (ANSA/ EPA/MICHAEL REYNOLDS)

WASHINGTON.  – Donald Trump senza freni. Non si spegne ancora la polemica sull’uso del farmaco antimalaria da parte del tycoon che lui scatena l’ennesima tempesta su Twitter, non risparmiando niente e nessuno.

Negli Usa si sono superati un milione e mezzo di contagi, primato assoluto al mondo? Per il presidente è una “medaglia al valore”, vuol dire che i test funzionano, non come in altri Paesi.

Poi l’accusa alla Cina di aver provocato una “strage mondiale” a causa della sua incompetenza nel gestire l’epidemia del coronavirus. Quindi (questo davanti ai microfoni) gli insulti alla terza carica dello Stato, Nancy Pelosi, che lo aveva definito “patologicamente obeso”: “Non commento, è una malata di mente”.

Infine la sfida ai leader del G7 invitati a venire a Camp David a giugno, come previsto: altro che videoconferenza.

L’inquilino della Casa Bianca è un fiume in piena, sente che la strada verso la rielezione potrebbe farsi sempre più in salita, soprattutto per una crisi economica e sociale che si preannuncia dolorosa per milioni di americani. I sondaggi lo inquietano: gli ultimi danno Joe Biden in testa di almeno cinque punti a livello nazionale, e soprattutto lo danno avanti in molti degli Stati chiave come la Florida, l’Arizona, la Virginia, il Wisconsin, la Pennsylvania, il North Carolina. Non in Ohio.

Ma Trump, con una pandemia che negli Usa ha già fatto oltre 92 mila morti di cui 1.500 nella sola giornata di martedì, sa che il coronavirus può travolgere anche lui, i suoi sogni di un secondo mandato, allora spinge sulla riapertura del Paese a qualunque costo e attacca a 360 gradi chiunque vede come un ostacolo.

Così il fatto che gli Usa abbiano il più alto numero di casi di Covid-19 al mondo dice di considerarlo “una buona cosa”. “Perché – spiega – significa che i nostri test sono molto meglio degli altri. Quindi quel numero di contagi lo vedo come una medaglia al valore”.

Peccato che i dati ufficiali indichino come, in proporzione alla popolazione, gli Usa abbiano fatto meno test di altri Paesi gravemente colpiti dalla pandemia.

Tutte fake news per Trump, che mette nel mirino l’Oms, la Cina, la scienza, i media, e non rinuncia a passare alle offese nei confronti di Nancy Pelosi, che da tempo vede come il fumo negli occhi, dai tempi dell’impeachment.

E se la speaker della Camera aveva ironizzato sui rischi dell’idrossiclorochina in individui “patologicamente obesi” come Trump, lui l’apostrofa come “una donna malata, con problemi mentali”.

Uno scontro istituzionale senza precedenti, dai toni sempre più imbarbariti, toni che rendono quasi impossibile sperare in quel dialogo pur reso necessario da una crisi gravissima.

Ma Trump alza il tiro anche nei confronti dei leader delle potenze occidentali, quelli che siedono al tavolo del G7. E attorno a quel tavolo, l’uno al fianco dell’altro, li vuole vedere seduti a giugno nella residenza di Camp David, proprio come previsto.

“Potrebbe essere un bel segnale per il ritorno alla normalità”, sprona il tycoon, che con un tweet evoca la possibilità di riconsiderare la decisione che era stata presa a marzo, cioè far svolgere il summit in videoconferenza. Ma ora per il tycoon le cose stanno cambiando, in tutti e 50 gli Stati Usa si riparte e l’America, assicura, “sta tornando alla sua grandezza”.

Intanto i contagi continuano a galoppare e il bilancio delle vittime del virus già intravede quota 100 mila.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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