Mattarella ricorda D’Antona: “Irrobustì la Democrazia”

Una foto di archivio del 20 Maggio 1999 di un inquirente che osserva la borsa di Massimo D' Antona sul luogo del delittto
Una foto d'archivio del 20 Maggio 1999 di un inquirente che osserva la borsa di Massimo D'Antona sul luogo del delitto. (ANSA)

ROMA. – “Massimo D’Antona era studioso di diritto del lavoro, un riformatore, un uomo del dialogo, consapevole della necessità di comporre i diversi interessi in campo e favorire così la crescita economica e civile, preservando la coesione della società. I brigatisti lo scelsero come bersaglio della loro delirante strategia omicida proprio perché questo impegno di tessitura tra le Istituzioni e le formazioni sociali è quanto mai prezioso per irrobustire il tessuto della democrazia”.

Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a 21 anni dall’uccisione del giuslavorista per mano delle Nuove Brigate Rosse, al quale è stato dedicato un minuto di silenzio nell’Aula di Palazzo Madama perché, come detto dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati, ricordare il suo sacrificio è “un dovere morale” e l’occasione per ribadire la “netta condanna al terrorismo”.

Era la mattina del 20 maggio 1999 quando in via Salaria a Roma, tre colpi di pistola calibro 38 colpirono a morte a 51 anni, Massimo D’Antona, docente di diritto del lavoro all’ateneo romano La Sapienza e consigliere dell’allora ministro del lavoro Antonio Bassolino. I killer lo aspettarono a pochi passi dalla sua abitazione e lo freddarono sparandogli quasi a bruciapelo.

Per il premier Giuseppe Conte, D’Antona “ha avuto la colpa di essere un giurista raffinato, un grande esperto di diritto del lavoro, di avere posto la sua competenza al servizio delle istituzioni e di essersi impegnato per dare una nuova dignità al lavoro”. E anche il premier ha rinnovato l’impegno “a combattere ogni forma di violenza organizzata”.

Per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, D’Antona “mise al centro della sua intensa attività il lavoratore in quanto persona, valorizzandone i diritti” sostenendo che “il suo contributo nel mondo del lavoro ancora oggi è prezioso”.

In via Salaria una corona di fiori è stata deposta da una delegazione del Pd guidata dal segretario Nicola Zingaretti, il quale ha ricordato come D’Antona “fu protagonista di una stagione di riforme e di impegno al servizio dell’Italia”.

Una esortazione a non dimenticare “il sacrificio” di D’Antona, è venuto dalla segretaria generale del Cisl Annamaria Furlan perché D’Antona ha “sostenuto la necessità di riformare il mondo del lavoro con il dialogo tra le istituzioni e le parti sociali. Un’esigenza attuale per cambiare in meglio il Paese, tutelare la persona ed il lavoro”.

Per Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, D’Antona fu “un servitore delle istituzioni”, mentre per la sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi “un riformatore” ucciso proprio il 20 maggio data in cui venne alla luce lo Statuto dei Lavoratori, che oggi compie 50 anni.

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