Trump ignora la scienza: “Prendo l’idrossiclorochina”

Una coppia con mascherine visita il Distretto degli Artisti a Los Angeles.
Una coppia con mascherine visita il quartiere degli Artisti a Los Angeles. (ANSA/EPA/ETIENNE LAURENT)

WASHINGTON.  – “A crazy thing to do”, roba da pazzi. Il clamoroso annuncio di Donald Trump di fare uso di idrossiclorochina per prevenire il contagio da coronavirus ha lasciato di stucco medici, esperti, osservatori e diversi membri dello stesso staff presidenziale.

E ha provocato sia allarme per la salute del presidente sia indignazione per “l’esempio irresponsabile” che il tycoon darebbe promuovendo un fármaco contro il parere della scienza.

“Una pillola al giorno, cosa c’è da perdere… sto bene”, ha rivelato Trump davanti alle telecamere, spiegando di assumere il farmaco antimalaria da almeno dieci giorni, da quando alla Casa Bianca si sono verificati due casi di contagio da Covid-19, quello del suo “valletto” personale e quello della portavoce del vicepresidente Mike Pence.

E pazienza se la Fda, la massima autorità che in Usa vigila sul settore dei farmaci, già da tempo ha messo in guardia gli americani dai possibili pericolosi effetti collaterali dell’antimalarico, il cui uso può provocare soprattutto gravi aritmie e altri seri problemi al cuore. Fermo restando che non esistono prove certe che il ricorso all’idrossiclorochina funzioni davvero contro il coronavirus.

Di qui la grande preoccupazione per i rischi corsi dal presidente americano, la cui forma fisica tra l’altro genera da sempre più di una perplessità. Dai dati dell’ultimo checkup medico emerge come il tycoon (73 anni, notoriamente un fan del junk food e restio a ogni forma di esercizio) sia alto un metro e 92 centimetri per oltre 110 chili di peso.

“Patologicamente obeso”, ha attaccato la speaker della Camera Nancy Pelosi: “É il nostro presidente, preferirei che non assumesse qualcosa che non è stato approvato dagli scienziati, soprattutto considerando la sua fascia di età e, come dire, il peso…”, ha ironizzato la terza carica dello stato.

Ma si sa, Trump e la scienza non sono mai andati a braccetto, fin dai tempi in cui la Casa Bianca era un sogno proibito e il tycoon promuoveva tesi come quella dell’autismo legato all’uso dei vaccini sui bimbi. Poi la battaglia negazionista del tycoon sulle conseguenze del riscaldamento climatico, fino alla proposta shock di curare il coronavirus iniettandosi del disinfettante o esponendosi a un bombardamento di raggi ultravioletti.

Tutte teorie che hanno portato a un punto di rottura tra il presidente americano e i suoi stessi superesperti, virologi e immunologi scelti per guidare la lotta alla pandemia ma sempre più ignorati e emarginati ai fini delle scelte.

Il risultato però è anche quello di una gran confusione all’interno della Casa Bianca. Così il medico personale del presidente in una nota scrive che “i potenziali benefici del trattamento a base di idrossiclorochina prevalgono sui relativi rischi”. Mentre la portavoce è costretta a spiegare che mai il presidente ha detto agli americani di ricorrere al farmaco senza consultare i medici.

Intanto, mentre gli Stati Uniti superano i 90 mila morti e 1,5 milioni di contagi, il segretario al Tesoro Steven Mnuchin e il presidente della Fed Jerome Powell hanno lanciato l’allarme per le sorti dell’economia.

“Senza una riapertura del Paese il rischio è quello di danni permanenti”, ha sottolineato Mnuchin, mentre Powell ha auspicato uno sforzo maggiore da parte della banca centrale e del Congresso per limitare i danni della pandemia e sostenere la ripresa.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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