ArcelorMittal: Genova in corteo in era covid non ferma cig

Operai all'entrata di Arcelor Mittal.
Operai all'entrata di Arcelor Mittal. (ANSA)

GENOVA.  – La prima manifestazione di piazza, con tanto di corteo, al tempo di coronavirus, non porta al ritiro della cassa integrazione. Accade a Genova ed ha come protagonisti i lavoratori di ArceloMittal.  Presidio con mascherine, distanziamento sociale e corteo verso la prefettura.

Poi fumata nera dall’incontro tra le parti così domani ci sarà assemblea in fabbrica alle 8 anche con i 400 cassintegrati su mille dipendenti, a cui l’azienda voleva da oggi aggiungerne altri 200, per decidere le iniziative da intraprendere.

I rappresentanti dell’azienda, fra cui il responsabile delle relazioni sindacali del gruppo, hanno detto no alla proposta di mediazione dei segretari di Fiom, Fim e Uilm, sostenuta anche dalle istituzioni locali, di fermare la procedura di nuova casa integrazione per Covid  in attesa fra l’altro della pubblicazione del decreto Rilancio.   Molti lavoratori hanno chiesto di occupare lo stabilimento.

I sindacati hanno invece proposto di aprire anzitutto una conflittualità interna allo stabilimento con scioperi mirati a fine turno per danneggiare la produzione e costringere l’azienda a sedersi nuovamente al tavolo.

Contemporaneamente domani sarà presentato in procura l’esposto sull’illegittimità della cassa per Covid: “Abbiamo dimostrato anche oggi all’azienda e al Prefetto che gli ordini ci sono – ha spiegato l’ex storico segretario della Fiom Franco Grondona – ed è chiaro che non molliamo ma ma ci vuole cuore caldo e mente fredda per dobbiamo valutare bene le scelte e tempi. Domattina assemblea per decidere come far pagare i padroni”.

Un problema potrebbe porsi se i vertici dello stabilimento decidessero di non far entrare in fabbrica chi si trova attualmente in cassa: “In qualche modo l’assemblea la faremo, come abbiamo sempre fatto” dice chiaramente il coordinatore dell’rsu Armando Palombo.

Questa mattina i lavoratori erano partiti in corteo dallo stabilimento di Cornigliano fino alla sede della Prefettura portando alcuni cartelli con scritto “Indegni” e “CoronaMittal”.

Un corteo nonostante il divieto formale, contenuto nell’ultimo dpcm del Presidente Conte, a svolgere manifestazioni “in movimento”, con tanto di diffida alla partenza fatta dalla Questura ai tre segretari di Fiom, Fim e Uilm Bruno Manganaro, Alessandro Vella e Antonio Apa.

“Si tratta di una passeggiata civile – avevano spiegato i sindacalisti – distanziati, con le mascherine e senza striscioni, perché questo è il nostro modo per raccontare alla città cosa sta succedendo in fabbrica”.

I segretari nazionali di Fiom, Fim e Uilm hanno chiesto un incontro urgentissimo ai ministri Stefano Patuanelli e Nunzia Catalfo.

(di Katia Bonchi/ANSA)

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