Mattarella: “Basta discriminazioni sull’orientamento sessuale”

Un'immagine d'archivio durante una parata in occasione del Day Pride.
Un'immagine d'archivio durante una parata in occasione del Day Pride.

ROMA. – Stop alle discriminazioni sull’orientamento sessuale. Il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella giornata internazionale contro l’omofobia, della transfobia e della bifobia è chiaro. E lo è altrettanto quello del premier Giuseppe Conte che chiama in causa la politica: “Invito tutte le forze politiche perché possano convergere su una legge contro l’omofobia che punti anche a una robusta azione di formazione culturale: la violenza è un problema culturale e una responsabilità sociale”.

“Le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale costituiscono una violazione del principio di eguaglianza e ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana che trovano, invece, specifica tutela nella nostra Costituzione e nell’ordinamento internazionale – spiega il capo dello Stato – È compito dello Stato garantire la promozione dell’individuo non solo come singolo, ma anche nelle relazioni interpersonali e affettive”.

E se la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti ammonisce sul fatto che “non ci sarà una vera ripartenza del nostro Paese se non ci impegneremo a rimuovere tutti gli ostacoli che oggi di fatto impediscono di garantire uguali diritti per tutti e per ciascuno di noi”, il ministro per le Politiche giovanili Vincenzo Spadafora ammette: “Siamo in grave ritardo per una giusta legge contro l’omobitransfobia”.

Un ritardo che Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay center, da sempre in prima linea sui diritti Lgbt, traduce in apprensione: “Siamo molto preoccupati per i testi di legge contro l’Omotransfobia presentati alla Camera, che saranno votati a Luglio, perchè, non danno supporti certi alle vittime, c’è il rischio che la legge diventi uno specchietto per le allodole”.

E snocciola dati preccupanti: “Le vittime devono essere rese libere di denunciare, serve che si attivino, con la legge, centri permanenti antiviolenza per LGBT in tutte le regioni e case rifugio, non servirebbe un azione di 1 o 2 anni – aggiunge – Infatti, la situazione è allarmante come confermano i dati di Gay Help Line 800 713 713, numero verde contro l’omofobia. Nell’ultimo anno c’è stato un incremento di violenze e abusi del 9% rispetto all’anno precedente. E il dato durante l’emergenza Covid-19 è cresciuto sino al 40% per gli adolescenti”.

Per avere concretamente la proposta di legge in aula bisognerà aspettare luglio: “In commissione siamo in fase di audizioni, mi impegnerò affinché l’iter della proposta di legge a prima firma Zan, arrivi in Aula a luglio, quando sigleremo un importante traguardo contro questa odiosa discriminazione”, annuncia Francesca Businarolo, presidente della commissione giustizia di Montecitorio.

E oggi è Chiara Appendino, sindaca di Torino, ricordare che “il movimento Lgbtqi italiano, nato a Torino quasi cinquant’anni fa, ha costruito a fatica un grande cambiamento culturale e sociale in questo Paese. Ci ha reso tutte e tutti più libere e liberi, e nella giornata di oggi è importante che si sappia che sono, siamo, dalla loro parte”.

(di Simona Tagliaventi/ANSA)

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