Fauci frena Trump: “Evitiamo morti e sofferenze inutili”

Il virologo statunitense Anthony Fauci.
Il virologo statunitense Anthony Fauci. (ANSA/EPA)

WASHINGTON.  – Bruciare le tappe può costare molto caro all’America: un’epidemia “fuori controllo” e un’ondata di “morti e sofferenze inutili”. Anche perché per il vaccino anticoronavirus ci potrebbero volere “da uno a due anni” di tempo.

La voce di Anthony Fauci rimbomba nell’aula semideserta della commissione Sanità del Senato, una voce a tratti gracchiante a causa dell’audio incerto. Il massimo esperto statunitense di malattie infettive è infatti in collegamento da casa, dove si trova in auto isolamento dopo i casi di contagio alla Casa Bianca.

Le parole del virologo evitano ogni accenno di polemica e ogni allarmismo. Sono misurate, caute, dal tono fermo e pacato, ma grondano di realismo e suonano inevitabilmente come un monito rivolto al presidente Donald Trump e a tutti quei governatori animati dalla smania di far ripartire subito l’economia, costi quel che costi.

“Cercare di riaprire prematuramente il Paese è pericoloso e ci farebbe tornare indietro sulla strada che ci deve riportare alla normalità”, aveva anticipato Fauci al New York Times alcune ore prima l’audizione. Audizione aperta da  Robert Redfiled, direttore dei Cdc, la massima autorità sanitaria in Usa, che ha ribadito senza se e senza ma che “l’America non è ancora fuori pericolo”.

Peccato che il presidente Trump in conferenza stampa, la será prima, abbia trionfalmente annunciato come gli Stati Uniti – nonostante 1,3 milioni di contagi e oltre 80 mila morti – abbiano avuto la meglio sul virus. Missione compiuta, insomma, si può ora cominciare a guardare oltre.

Così, davanti ai senatori, Fauci è tornato alla carica, parlando di un numero di vittime “molto più elevato” rispetto al bilancio ufficiale: “Se si saltano i passaggi per una riapertura graduale, quelli indicati nelle linee guida messe a punto dalle autorità sanitarie, le conseguenze potrebbero essere molto gravi. É pericoloso”. E sì, perché per il virologo nato 79 anni fa a Brooklyn ma di origini siciliane “il rischio reale è quello di innescare un’epidemia che non si è più in grado di controllare”.

“Quello che mi preoccupa – ha sottolineato – è che se nel riaprire ignoriamo le precauzioni e non agiamo tutti insieme sarà difficile evitare nuovi picchi che possono portare a nuovi focolai e a una nuova ondata di contagi. E ho paura che la situazione, già oggi pessima, possa peggiorare in autunno o in inverno”.

Difficile pensare che Trump non abbia seguito la diretta in tv o sul suo pc, prigioniero in una Casa Bianca sempre più blindata e assediata dal virus, dopo i due casi di contagio che hanno colpito il suo “valletto personale” e la portavoce del vicepresidente Mike Pence. É così scattato l’obbligo delle mascherine per tutti coloro che accedono alla West wing, dove si trovano lo Studio Ovale e gli uffici presidenziali. E Pence, per precauzione, dovrà stare alla larga da Trump, con i contatti tra i due solo via telefono.

Il nervosismo del presidente è palpabile, pensa al danno di immagine di un virus arrivato fin nelle stanze del potere e al contraccolpo delle esternazioni dei suoi stessi esperti, visti ormai come un ostacolo alla sua strategia e al suo cammino verso l’auspicata rielezione a novembre.

“Abbiamo un presidente incompetente”, ha intanto attaccato Joe Biden: “I governatori e tutti gli americani dovrebbero ascoltare le parole di Anthony Fauci, piuttosto che inseguire le fantasie e le menzogne di Trump”.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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