Si lavora per accelerare Cig. Tridico difende l’Inps

Una sede dell'Istituto Nazionale della Prevvidenza Sociale.
Una sede dell'Istituto Nazionale della Prevvidenza Sociale. (ANSA)

ROMA.  – Ammortizzatori che arrivano in ritardo e per cui, forse, non bastano i fondi. Sono Cig e casa in deroga alcuni degli ultimi nodi tecnici che il governo debe sciogliere prima del varo del decreto Rilancio, la maxi manobra da 55 miliardi attesa oramai da settimane.

E mentre ministri e Regioni cercano una soluzione per semplificare e accelerare i meccanismi della Cig in deroga, studiando una norma all’ultimo minuto utile, Pasquale Tridico intanto difende il lavoro dell’Inps, ricordando che l’istituto ha erogato sussidi per 11,5 milioni di italiani in un mese e che c’è una burocrazia “sana” a cui non si può rinunciare proprio a difesa dei cittadini.

Il decreto avrà bisogno ancora di altri approfondimenti per essere chiuso: nella riunione fiume dei tecnici nel pre-consiglio dei ministri gli aiuti al turismo – una serie di misure dal bonus per le vacanze agli aiuti a fondo perduto fino all’esenzione dalla tassa per l’occupazione del suolo pubblico per avere più spazio per i tavolini all’aperto – sarebbero stati più o meno definiti.

Così come il pacchetto imprese, che conterrà anche la cancellazione della rata Irap di giugno generalizzata per imprese a autonomi fino a 250 milioni di ricavi. Ma molte delle oltre 400 pagine del provvedimento restano ancora da vagliare.

Uno dei capitoli che ha impegnato di più tecnici e Ragioneria nei calcoli delle risorse è stato quello degli ammortizzatori. A disposizione, ha detto il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, ci sarebbero 16 miliardi che però potrebbero servire non solo a finanziare le nuove settimane di cassa Covid ma anche le domande rimaste inevase al’Inps negli ultimi giorni per carenza di fondi.

Tra le ipotesi sul tavolo per far quadrare i conti anche quella di ridurre a 3 o a 5 le nuove settimane che le imprese potranno richiedere da qui all’autunno (e spalmate parte fino ad agosto e parte tra settembre e ottobre). Ma l’altro grosso problema da risolvere è quello dei tempi: già sono previste norme per accelerare la cassa ordinaria e l’integrazione del Fis, con gli accrediti che arriverebbero al massimo entro la metà del mese successivo alla richiesta.

Resta il nodo della Cig in deroga, che passa anche dalle Regioni. I governatori, ribadendo di non avere responsabilità per i ritardi, si sono detti pronti al tavolo con il governo a vedere e dare l’ok a ore alle norme che il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo starebbe preparando per semplificare e accelerare il meccanismo. Ora, avrebbe sottolineato il ministro Francesco Boccia, ci vogliono dai 3 ai 5 mesi, tempi non compatibili con l’emergenza, assicurando che “con la collaborazione istituzionale” una soluzione si trova.

Le nuove norme, anche se fossero pronte per il Consiglio dei ministri, non si applicherebbero comunque alle richieste in corso ma potrebbero essere operative in una ventina di giorni. In alternativa, se non si facesse in tempo, saranno inserite in sede di conversione del decretone in Parlamento.

Nel provvedimento, che slitta di ora in ora, potrebbe anche trovare posto un’altra norma studiata in extremis, cioè una nuova “consistente” vendita straordinaria di immobili pubblici per contribuire al risanamento dei conti una volta superata l’emergenza.

Le dismissioni potrebbero avvenire anche con procedure straordinarie o attraverso società di gestione di fondi immobiliari. Non viene esclusa anche la possibilità di cessione in blocco, magari tramite società controllate ma fuori dal perimetro della contabilità pubblica, come Cdp.

Il decreto conterrà anche una prima tranche di semplificazioni, a partire dal principio del “once only”, cioè la norma che chiarirà in via definitiva che la pubblica amministrazione chiederà una sola volta i dati a cittadini e imprese.

La misura permetterà accordi quadro tra le amministrazioni per creare modelli standard per la richieste di passaggio delle informazioni, in attesa di una vera interoperabilità tra le varie banche dati.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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