Quarantena e rischio stop, Serie A ostacoli

Lo stadio San Paolo di Napoli deserto
Lo stadio San Paolo di Napoli deserto. (ANSA)

MILANO. –  É una corsa contro il tempo, ma il calcio avanza a piccoli passi e i paletti sono tanti da non consentire eccessivo ottimismo sulla ripartenza. Cruciale è cosa verrà previsto in caso di nuovi contagi.

Il Cts ha chiarito che basta un positivo per mandare in quarantena l’intero gruppo squadra, un principio che verrà di sicuro incluso nel protocollo per gli allenamenti valido fino al 2 giugno.

Se poi verrà esteso alle successive due settimane di allenamento, o ancor peggio a quando si tornerà a giocare, allora il campionato rischia di ripartire già morto, o di non partire proprio.

Intanto sono sospesi anche i pagamenti delle tv, con Sky che ha chiesto uno sconto da 120 fino a 255 milioni di euro, se non si concluderanno le ultime 12 giornate.

“In tutta Europa, in Germania, in Francia, in Gran Bretagna, le leghe e i broadcaster stanno affrontando insieme questa grave emergenza trovando delle soluzioni equilibrate e di interesse generale”, dice all’ANSA il Ceo di Sky Italia, Maximo Ibarra, augurandosi alla vigilia dell’assemblea della Lega Serie A che i club “prendano in serio esame la proposta di dialogo che da settimane facciamo loro”.

Alcune società, fra cui Juventus e Inter, spingono per il dialogo, altre per chiedere subito l’ingiunzione di pagamento a Sky, Dazn e Img. In serata l’ad della Lega di A, Luigi De Siervo, al telefono con l’ANSA, risponde a Ibarra: “La porta del dialogo con Sky è sempre rimasta aperta in tutte queste settimane, nel rispetto dovuto al partner storico della Serie A – le parole di De Siervo – Nei contatti avuti con Sky, però, abbiamo sempre ribadito come fosse necessario che, prioritariamente, Sky rispettasse le scadenze di pagamento previste dai contratti”.

De Siervo si è detto “sicuro che domani in assemblea le squadre sapranno trovare una posizione unitaria finalizzata a garantire il rispetto dei propri diritti”.

Il Cts ha scritto che la valutazione spetta al ministro, ma il punto finale sul destino del campionato lo metterà con ogni probabilità il premier Giuseppe Conte, come i colleghi Boris Johnson e Angela Merkel in Inghilterra e Germania del resto.

Domani c’è l’informativa a Camera e Senato del ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora, che giovedì parteciperà alla Giunta straordinaria del Coni.

Mentre si registra un nuovo incremento dei contagi in Italia dopo giorni di calo, è difficile trovare chi sbandiera ottimismo sulla fase 2 del pallone, anche se potrebbe non essere più granitico l’ultimatum del 25 maggio, quando la Uefa attende di sapere dalle federazioni con quale format definiranno le classifiche in vista delle coppe della prossima stagione.

Il Decreto rilancio (oltre allo 0,7% delle scommesse a un fondo per lo sport e la cassa integrazione per i calciatori con stipendi fino a 50 mila euro) prevederà per le federazioni la possibilità di definire le classifiche, appellabili solo davanti al Collegio di garanzia dello Sport, presso il Coni, per evitare una scia di ricorsi legali, pericolosa per i campionati 2020/21.

La marcia per provare a riprendere, però, prosegue. Il prossimo passo lo muoverà la Federcalcio pubblicando nelle prossime ore il protocollo sanitario, in cui saranno recepite le considerazioni del Comitato tecnico scientifico del Governo.

Il Cts ha indicato anche di tenere in isolamento per 15 giorni squadre e staff dal momento della ripresa degli allenamenti di gruppo, prevista per il 18 maggio. Per i tecnici, solo dopo sarà possibile valutare ripresa, ovviamente a porte chiuse.

Non aiuta che solo pochi in Serie A dispongono di strutture per un ritiro blindato così numeroso, e anche i medici dei club hanno perplessità.

Lascia un commento