L’ira di Maldini su Rangnick: “Impari il rispetto”

Paolo Maldini nelle vesti di direttore sportivo del Milan.
Il direttore tecnico del Milan Paolo Maldini. Paolo Maldini nelle vesti di direttore sportivo del Milan. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

MILANO.  –   In tackle duro, come quando rubava il tempo agli avversari con le sue celebri scivolate. Paolo Maldini si scaglia contro le “invasioni di campo” di Ralf Rangnick e, con una dichiarazione all’ANSA, lo invita “piuttosto che imparare l’italiano” a ripassare “il concetto del rispetto” per chi sta cercando di portare a termine la stagione “in modo professionale” e “anteponendo il bene del club all’orgoglio”.

Al direttore tecnico rossonero non vanno proprio giù i continui riferimenti al Milan da parte del manager tedesco, il prescelto di Gazidis per preparare l’ennesima rivoluzione.

La richiesta di “pieni poteri gestionali” dell’attuale responsabile delle squadre di proprietà della Red Bull come condizione necessaria per accettare un incarico al Milan è incompatibile con la figura di Maldini che non accetterà un ruolo depotenziato e per cui, quindi, appare ormai scontato un triste distacco a fine anno dopo essere rimasto in primavera – seppur privato dell’amico Boban – per non lasciare la squadra in balia della tempesta.

Difficile ipotizzare un divorzio traumatico come quello con il croato, licenziato per giusta causa proprio a causa di una intervista dai toni decisi non concordata. Maldini, in questo caso, ha rispettato le procedure e avvertito in anticipo Gazidis delle proprie intenzioni, senza però svelarne il contenuto.

Il dossier Rangnick è però diventato un vero pasticcio e le ripetute esternazioni del tedesco non sono certo passate inosservate nemmeno tra i vertici societari. Appaiono quasi un uso strumentale della stampa tedesca per forzare la mano alla proprietà del Milan, quasi per imporle di fare l’ultimo grande passo e di ratificare le chiacchiere in accordi.

Di Maldini stupisce la frase “non capisco su quali basi vertano le sue dichiarazioni, dalla proprietà non mi è mai stato detto nulla”: Gazidis, parlando negli spogliatoi di San Siro con i giocatori alla vigilia della gara contro il Genoa, aveva evidenziato la stima per Pioli (sempre ribadita anche dalla proprietà) ma ammesso i contatti con Rangnick e ricordato che – secondo le indiscrezioni trapelate allora – Maldini e Boban ad ottobre si erano rifiutati di incontrarlo.

Rangnick è quindi un serio candidato alla panchina del Milan da molto tempo perché rispecchia la visione filosofica di Gazidis: calcio veloce e moderno con giocatori giovani.

Non è nemmeno la prima volta che Maldini punta di petto il tedesco: “Non è un profilo adatto”, aveva già sentenziato a febbraio. Oggi il j’accuse ha toni un po’ più personali: “Parlando di un ruolo con pieni poteri gestionali sia dell’area sportiva che di quella tecnica invade delle zone nelle quali lavorano dei professionisti con regolare contratto. Avrei dunque un consiglio per lui: prima di imparare l’italiano dovrebbe dare una ripassata ai concetti generali del rispetto, essendoci dei colleghi che, malgrado le tante difficoltà del momento, stanno cercando di finire la stagione in modo molto professionale, anteponendo il bene del Milan al proprio orgoglio”.

In sintesi: o io, o lui. La scelta sembra già stata fatta e Maldini corre quindi verso il passo d’addio.

(di Luca Guazzoni/ANSA)

Lascia un commento