Sos Mafia, pronti a investire su ristoranti e turismo

Vista del lungomare di Civitavecchia deserto,
Vista del lungomare di Civitavecchia deserto, 23 Aprile 2020. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Nella ‘fase 2’ la mafia è pronta all’altro contagio, quello criminale che fa leva sulla crisi. Pronti ad essere fagocitati ci sono alberghi ristoranti, bar e case vacanze. Il report dell’Osservatorio della direzione centrale della polizia criminale, costituitosi nell’ambito dell’emergenza Covid, disegna il rischio di un’Italia su cui la ‘mala’ è pronta a mettere le mani.

E mentre prosegue la bufera sulle scarcerazioni dei boss ai domiciliari, si apprende che – secondo i dati forniti ad aprile per stilare il report – un mese fa erano solo dieci i mafiosi segnalati all’autorità giudiziaria sul rischio di complicanze in caso di infezione e che quindi beneficiavano di misure alternative al carcere.

Nel report l’Organismo Permanente di Monitoraggio delle infiltrazioni criminali – voluto dal capo della Polizia Franco Gabrielli e presieduto dal vice capo Vittorio Rizzi – paventa il reinvestimento di denaro delle organizzazioni criminali nella ristorazione e nel turismo, settori in ginocchio dopo il lockdown, anche con “il ricorso al credito parallelo e la possibilità di entrare nella disponibilità delle attività economiche senza figurare”.

Non solo: “deriverà una mancanza di liquidità che espone il settore all’usura” con rischio di “impossessamento” delle attività per riciclaggio. Per evitare strozzinaggio e infiltrazioni, il governo sta pensando ad istituire uno specifico fondo per questi settori.

L’ipotesi sui tavoli del Mef prevede l’istituzione di un fondo “da cui i titolari d’impresa alberghiera possano ottenere rapidamente liquidità a fronte della cessione della proprietà parziale, pro tempore e a valori catastali, con la previsione di poter procedere al rimborso del finanziamento ottenuto in un arco temporale agevolato”.

L’altro core business di clan e ‘ndrine potrebbero essere i dispositivi sanitari e i dpi, per i quali ora si pone un problema di smaltimento di rifiuti speciali, dove sono prevedibili “importanti investimenti” della criminalità nelle società operanti nel ‘ciclo della sanità’, dalla produzione di mascherine e respiratori alla sanificazione ambientale.

Secondo quanto si legge nel documento, “l’emergenza sanitaria potrebbe offrire l’occasione per ottenere appalti legati sia alla distribuzione dei dpi che allo smaltimento dei rifiuti speciali ospedalieri”. Ma le insidie arrivano anche da estremisti politici e ultrà, che cavalcano disagio e insofferenza per le limitazioni imposte dalle misure anti-Covid: “evidenze investigative attestano lo studio, da parte di alcune tifoserie, di iniziative di contestazione, anche di piazza, nel caso di prosieguo del blocco dei campionati”.

Anche per questo rischio – si esorta nel documento – “le risorse impiegate devono essere se possibile rafforzate: il tempo che passa aumenta le possibilità che questo tipo di propaganda e proselitismo in qualche modo abbia un seguito”.

(di Lorenzo Attianese e Matteo Guidelli/ANSA)

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