Vendite a marzo -20,5%, bene e-commerce

Gente facendo la spesa in una strada di Palermo.
Gente facendo la spesa in una strada di Palermo. ANSA / Ignazio Marchese

ROMA. – L’effetto delle misure prese per arginare l’emergenza Covid hanno pesato come prevedibile sui dati delle vendite al commercio in Italia Nel mese di marzo le vendite al dettaglio hanno subito un calo pari al 20,5% in valore ed al 21,3% in volume.

I cali maggiori riguardano l’ abbigliamento e pellicceria (-57,1%), giochi, giocattoli, sport e campeggio (-54,2%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-54,1%), mentre il calo minore si registra per i prodotti farmaceutici (-6,3%).

Ma ci sono settori che si sono avvantaggiati con l’emergenza Covid, “Il commercio elettronico continua ad essere l’unica forma distributiva in costante crescita” comenta l’Istat.Infatti il commercio elettronico registra una crescita del 20,7%.  Favorite  le vendite nella grande distribuzione che aumentano soprattutto per i “supermercati (+14,0%).

Questi risultati preoccupano sia le organizzazioni del comercio e della distribuzione sia le organizzazioni dei consumatori. Per Federconsumatori i dati di marzo sono “fisiologici”. La vera tenuta della domanda interna “la verificheremo nei prossimi mesi” quando si capirà se il potere di acquisto delle famiglie riesce a tenere.

Per Confcommercio, Federdistribuzione e Confesercenti i dati sono preoccupanti. Confcommercio evidencia che l’Indice delle vendite è sceso al livello di venti anni fa.

Per Federdistribuzione “Il fenomeno è destinato a continuare anche nei mesi successivi”.Per  Confesercenti  ” il lockdown è stato tragico per i piccoli negozi si tratta della crisi peggiore della storia repubblicana.

Per il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, secondo il quale “rispetto al resto dell’Europa, considerati i dati resi noti ieri da Eurostat, l’Italia si colloca al primo posto per la caduta mensile delle vendite totali in volume, più del doppio nel confronto con la media Ue, pari a -10,4%, e quasi il doppio dell’Eurozona, che segna una diminuzione dell’11,2%”.

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