La serie A guarda a locomotiva Germania,”ma no data certa”

Allenamento del Sassuolo con distanza sociale.
Allenamento del Sassuolo con distanza sociale. (ANSA)

ROMA. – La data della ripartenza vera, quella del campionato, non c’è. E per un Dybala guarito dopo quasi due mesi, a Torino, sponda granata, si registra il primo positivo che va ingarbugliare di nuovo tutto.

Il calcio made in Italy continua però a credere in un nuovo via anche oltre le “dispute”  col ministro Spadafora e, provando a salire sul treno trainato dalla locomotiva della Bundesliga che riaprirà i battenti al massimo tra due settimane, confida nell’intervento definitivo di Giuseppe Conte.

Il premier, dopo aver annunciato di voler convocare un vertice con tutto il mondo dello sport, calcio in prima linea, ha di fatto preso in mano direttamente la questione: per la seria A è la chance definitiva per capire se si tornerà in campo, e non solo per allenarsi.

In Lega a Milano e in Figc a Roma aspettano la soluzione finale. Di sicuro ci sarà l’incontro annunciato con il Cts per la revisione del protocollo stilato dalla commissione medico-scientifica della Figc sulla ripresa, per ora, solo degli allenamenti: il nodo che resta sospeso è quello di cosa fare in caso di nuovi contagi.

Non è escluso che la chiamata del premier arrivi subito dopo l’incontro di domani. Certo il via libera della Merkel al campionato tedesco nella seconda metà di maggio ha portato, almeno sulla carta, una iniezione di fiducia in tutti gli altri tornei europei rimasti nel limbo causa coronavirus.

“Auspichiamo tutti che i campionati possano riprendere regolarmente, allo stesso tempo oggi è impossibile dare una data certa della ripresa. Dobbiamo almeno verificare l’andamento della curva del contagio delle prossime due settimane” frena pero’ il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora.

Che, nel question time alla Camera, ha difeso il suo operato e quello del governo dicendo di “non aver mai cambiato linea” e che la road map è chiara, ogni passo è stato fatto “a tutela della salute”.

Al ministro poi non sono piaciute quelle che definisce “pressioni” incomprensibili volte ad accelerare il riavvio. “Si è assistito a un inasprirsi del dibattito politico e mediatico, a mio parere incomprensibile agli occhi degli italiani che temono per la loro salute e per il lavoro – dice Spadafora -.

Perfino le diverse tifoserie organizzate lo hanno stigmatizzato. L’idea di definire con urgenza ora e subito la data di ripresa dei campionati contrasta con l’esigenza di definire i passi sulla base dell’andamento dei dati”.

Anche quelli tra i calciatori stessi: se l’argentino della Juventus è finalmente guarito, nel Toro spunta un contagio. Il nodo cruciale, anche nella ristesura del protocollo, sarà infatti capire cosa fare nel caso di una nuova positività.  Se isolare il singolo, come fa la Germania, o bloccare tutto di nuovo. In questo caso l’ipotesi ripartenza diventa un miraggio.

Il timore a via Rosellini è che il governo si prenda tutto il tempo necessario per capire l’andamento nel Paese. Gli stessi calciatori, nonostante i timori, vorrebbero tornare in campo.

“Non può non prevalere il senso di ripartire: c’è da correre un rischio calcolato, secondo me lo dobbiamo correre” dice il capitano del Lecce Marco Mancosu. In linea il portiere del Genoa Mattia Perin: “C’è chi vuole riprendere e chi ha paura. A me manca tantissimo il pallone. Io sarei per riprendere, la salute però va messa al primo posto”.

Sullo sfondo anche la battaglia elettorale in seno all’assocalciatori che avrebbe dovuto scegliere il sostituto di Damiano Tommasi, assemblea rinviata anche qui causa coronavirus.

Marco Tardelli, candidato alla presidenza chiede chiarezza sui bilanci dell’Aic gestita da Tommasi e dal suo vice, Umberto Calcagno, in corsa per la successione. Bilanci che lo stesso Tommasi si è affrettato a ricordare essere pubblici.

Clima elettorale in un calcio fermo che invece aspetta di poter ripartire: la Spagna confida di poter seguire la Germania (“Segna la strada di un graduale ritorno” dice il capo della Liga Tebas). Anche l’Italia: quella del calcio punta tutto su Conte.

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