Fase 2: sì della Camera alle Messe dopo l’accordo con la Cei

La chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, vuota a Pasqua
La chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, vuota a Pasqua. ANSA/CESARE ABBATE

ROMA. – Sì bipartisan alla ripresa delle Messe anche se non c’è ancora una data. La Camera ha approvato, con soli quattro astenuti, un emendamento che permette la ripresa delle Messe dopo un accordo con la Cei sulla sicurezza durante le celebrazioni religiose.

L’emendamento è stato presentato da Stefano Ceccanti (Pd), De Filippo (Iv) e Roberto Occhiuto (Fi). Il Parlamento, maggioranza e opposizione, spinge dunque affinché il governo proceda all’adozione di protocolli sanitari, adottati di intesa con la Chiesa cattolica e con le confessioni religiose diverse dalla cattolica, per la definizione delle misure necessarie per lo svolgimento delle funzioni religiose in condizioni di sicurezza.

Durante il dibattito Lega e Fdi hanno criticato questa soluzione perché non prevedeva una data certa per la ripresa delle Messe e avevano proposto propri emendamenti per far riprendere subito le celebrazioni in chiesa; poi però anche Lega e Fdi hanno votato questa soluzione.

“Dispiace che il Parlamento abbia preferito una formulazione che, tradotta, vuol dire attendere che Conte ‘consenta’ ai fedeli di essere tali”, ha commentato il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Per il leader della Lega Matteo Salvini, l’ok della Camera alla ripresa delle Messe, rispettando le condizioni di sicurezza, è “di buonsenso, tra le tante libertà c’è quella di culto nel rispetto delle distanze, con le mascherine – ha aggiunto -. Quando lo chiesi io settimane fa, apriti cielo”.

Governo e Cei intanto continuano l’interlocuzione sul protocollo che dovrebbe consentire una ripresa della vita religiosa, al di là dei funerali che vengono già celebrati dall’inizio di questa settimana con il via alla cosiddetta ‘Fase 2’. Archiviati i termoscanner, non più vincolanti, restano le norme di distanziamento e l’obbligo delle mascherine. Bisogna decidere come contingentare le presenze.

Per i funerali la questione è più facile perché riguardano di fatto un nucleo familiare che può essere allargato al massimo a 15 persone. Un contenimento non facile invece per le messe se si considera, per esempio, quanto successo domenica scorsa a Oderzo, nel trevigiano.

Hanno seguito la messa sul canale YouTube della parrocchia, poi si sono messi in fila con guanti e mascherine e, nell’arco di due ore, sono entrati in chiesa il tempo necessario per ricevere l’ostia, sulle mani; usciti da una porta laterale, si sono raccolti altrove. Sono state circa 500 le persone a fare così la Comunione dopo due mesi.

E se la Chiesa italiana punta alla ripresa delle Messe per il 24 o 31 maggio, che segnano le due feste di Ascensione e Pentecoste, anche il mondo musulmano vorrebbe chiudere il Ramadan, il 23 maggio, in moschea.

Intanto il Viminale ha ‘riunito’ in una conferenza telematica i rappresentanti delle varie aree confessionali, per definire un protocollo di comportamento che consenta alle varie comunità di fede di riprendere almeno alcune attività, nel rispetto delle norme anticontagio. All’incontro hanno partecipato esponenti dell’Unione delle comunità ebraiche, baha’i e sikh, delle Chiese ortodosse e di quella anglicana, delle associazioni islamiche, dei mormoni.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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