La politica litiga, la Serie A aspetta la Var di Conte

Lo stadio San Paolo di Napoli deserto.
Lo stadio San Paolo di Napoli deserto. (ANSA)

 

ROMA.  – La fase 2 del calcio sperimenta un timido e distante ritorno in campo, la 3 per il momento resta solo un miraggio, ma è proprio il pallone nel giorno della ripartenza a scuotere la politica italiana.

La polemica, dopo le liti sull’asse Lega-Figc-ministro dello sport, adesso infiamma gli animi di maggioranza e opposizione: così in una giornata di attacchi al governo (nel mirino anche i ministri Lucia Azzolina e Alfonso Bonafede) l’assenza di una data di ripartenza, magari in prospettiva, del campionato riporta sotto tiro il titolare dello Sport, Vincenzo Spadafora.

Tornano nell’arena i due Mattei: uniti sulla linea delle ampie riaperture, Renzi e Salvini si ritrovano d’accordo anche su una accelerazione nel rettangolo di gioco. Sul campionato di calcio – dice il leader di Italia Viva – “credo che il Parlamento debba riunirsi e discutere: io sono perché il campionato riparta”.

E poi l’affondo contro Spadafora, espressione di una maggioranza che è anche la sua: “Può dire quello che pensa, ma non è il padrone del calcio”.

In linea anche il capo della Lega, che teme un collasso economico del settore in caso di chiusura definitiva. “Non pensó a domani, ma mi augurosi riparta entro giugno. Se non si apre entro quella data, ci sarà un disastro, un altro miliardo di aiuti”.

E poi avanza la proposta di far giocare Milan (la sua squadra) e l’Inter al Sud. “Dove come e quando sarebbe l’ultimo dei problemi: il problema è mantenere in vita il calcio, che tiene in vita tutto lo sport italiano” taglia corto Salvini.

Attacca Spadafora anche la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini: “Ma crede di essere il padrone assoluto dello sport e pensa di poter decidere da solo sulla chiusura anticipata del campionato di calcio? Queste decisioni devono passare dal Parlamento”.

La richiesta di parlamentarizzazione però non preocupa Spadafora se non altro perché di difficile attuazione pratica: in che modo potrebbe essere portata in Parlamento la questione calcio? La posizione del ministro, sebbene espressa con modalità talvolta irrituali, comunque non è di chiusura: non ha mai detto che non si debba ripartire, ma che deve essere fatto in sicurezza.

Insomma senza rischi. “Abbiamo pensato alla tutela degli atleti” ha ribadito  oggi il ministro presentando le linee guida per la ripresa degli sport individuali. “Presto il protocollo per quelli di squadra” ha sottolineato Spadafora.

Che la Figc aspetta, insieme all’incontro con il comitato tecnico scientifico che però in ambienti del ministero sembra non considerino più così urgente. E comunque ci sarà nei prossimi giorni: qualcosa del resto nel mondo del pallone, seppur in stand by, si è mosso.

I giocatori (Sassuolo ha fatto da apripista) tornano alla spicciolata a correre nei centri sportivi dei club, E questo un po’ ha calmato gli animi anche della Lega di Serie A.

Linea ultra prudente per Urbano Cairo: “Si può ripartire solo in sicurezza, serve il protocollo. Ma pensiamo alla prossima stagione, la situazione è già grave” le parole del N.1 del Torino. “Per venerdì contiamo di avere novità” dice Damiano Tommasi, presidente dell’assocalciatori: l’8 maggio, giorno del consiglio federale Figc.

I club mercoledì torneranno a fare il punto, giovedì c’è la commissione dei diritti tv: già, altro nodo non da poco. E la rata di maggio non è arrivata ancora. Anche nel resto d’Europa la settimana si annuncia decisiva: la Germania aspetta mercoledì la scelta della cancelliera Angela Merkel e intanto fa test sui giocatori (10 positivi, ma prosegue la marcia per la ripartenza).

Anche l’Italia aspetta il governo: “Quella del calcio – dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò – è una questione politica, io da laico non metto bocca in questa partita”. Alla Var c’è il premier Giuseppe Conte.

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