Calcio: compagna Dybala “Stop fake news,aspetta test”

Paulo Dybala con il suo gesto caratteristico della "maschera del gladiatore"
Paulo Dybala con il suo gesto caratteristico della "maschera del gladiatore" ANSA/ANDREA DI MARCO

TORINO. – Di muoversi per tornare in Italia per adesso non se parla. A cominciare da Cristiano Ronaldo, i giocatori della Juventus all’estero restano nelle loro case, aspettando che in Italia si finisca di sfogliare i petali della margherita sull’eventuale ripresa del campionato.

Attraverso i social, CR7 fa sapere di essere sempre felicemente a Madeira: questa volta posta una foto con la figlia sul terrazzo della sua villa in un panorama di mare e nuvoloni atlantici. “Moments. Stay safe”, il breve messaggio del portoghese con riferimento alla tempesta del Coronavirus che è arrivato anche nella sua isola.

Alla Juve c’è il caso d Dybala ancora in sospeso: per l’argentino non c’è ancora la certezza della guarigione. Ma oggi dalla fidanzata Oriana Sabatini, intervistata da una tv del paese sudamericano, Canal 9, è arrivata la precisazione: “Paulo non è nuovamente positivo, deve soltanto aspettare. Ha da fare gli ultimi test e vedere qual è il responso”.

La risposta è stata alle voci circolate dopo l’indiscrezione, ieri, di un canale tv spagnolo. “Ovviamente non sappiamo da dove sono arrivate le notizie, da noi non sono uscite – ha spiegato la compagna di Dybala – e così come abbiamo raccontato la nostra positività, con calma diremo la nostra negatività”. Lei, intanto, ha già avuto il primo esito favorevole: “A me il test è risultato negativo. Non siamo ancora sicuri al 100%, non vogliamo parlare e ci confermeranno la notizia appena avranno informazioni. Siamo in attesa come gli altri”.

Di calcio giocato ha parlato invece de Ligt, al magazine Champions journal, “Bonucci e Chiellini sono due difensori con tanta esperienza e provo a imparare da loro: è incredibile giocare con i migliori del mondo. Ogni giorno cerco di capire dove poter migliorare e lavoro su quello, anche l’aspetto mentale è fondamentale”, ha detto il difensore olandese che haricordato i suoi inizi.

“Fino ai 15 anni – aggiunge – ero un centrocampista offensivo, segnavo e facevo anche diversi assist. Poi mi hanno spostato indietro: all’inizio non mi piaceva, a ripensarci però è stata la svolta: servono difensori con i piedi buoni. E l’esperienza in mezzo al campo mi è servita per migliorare la mia tecnica”.

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