I guru della Silicon Valley si spaccano sul lockdown

Una coppia con mascherine visita il Quartiere dell'Arte a Los Angeles.
Una coppia con mascherine visita il Quartiere dell'Arte a Los Angeles. California, USA, (ANSA/EPA/ETIENNE LAURENT)

NEW YORK. – La Silicon Valley si spacca sul lockdown per contenere il coronavirus. A Mark Zuckerberg che invita alla cautela nelle riaperture temendo nuove ondate si contrappone Elon Musk.

Il miliardario-visionario alla guida di Tesla non ha dubbi: bisogna riaprire e farlo ora perché imporre l’obbligo di stare in casa “non è democratico, è fascista. Questa non è libertà e alla gente va restituita la libertà”.

Le parole di Musk hanno scatenato una vera e propria bufera. Ma i suoi fan lo difendono a spada tratta: Elon è Elon, è un genio e come tale – è il leit motiv – va ammirato.

“E’ il migliore amministratore delegato del mondo. É onesto, ci vorrebbero più Elon Musk nel mondo”, twitta ad esempio Galileo Russell, il fondatore di un canale YouTube salito alle cronache per uno scambio di 20 minuti con Musk nel corso di una conference call con gli analisti per i risultati trimestrali di Tesla nel 2018.

Joan Grande, la mamma della cantante star Ariana Grande, ha invece annunciato su Twitter l’intenzione di disfarsi della sua Tesla e lanciato un appello a boicottare il colosso delle auto elettriche.

Ma anche i media conservatori e la National Rifle Association, la potente lobby delle armi americana, si sono schierati con Musk sulla necessità di riaprire l’America subito alla luce del calo dei casi e del numero di morti inferiore alle attese.

La posizione di Musk, considerato da molti un nuovo Steve Jobs, si contrappone a quella di Zuckerberg. Il fondatore di Facebook si è detto consapevole dei costi dei lockdown ma allo stesso tempo è “preoccupato” dalla possibilità che riaprire in alcune aree troppo rapidamente possa provocare “future ondate e danni di più lungo termine per la salute e l’economia”.

Le due posizioni divergenti riflettono la spaccatura dell’America sui lockdown proprio mentre alcuni Stati si apprestano a riprendere le attività con la benedizione di Donald Trump mentre altri restano chiusi.

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