Banche: raddoppiano prestiti Pmi ma è rischio contagio

Veduta esterna della sede della Banca d'Italia, Palazzo Koch, a Roma in una foto d'archivio.
Veduta esterna della sede della Banca d'Italia, Palazzo Koch, a Roma in una foto d'archivio. (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

ROMA.  – Prova a prendere velocità il meccanismo di prestiti delle banche garantiti dallo Stato e alle imprese con un raddoppio delle domande giunte al Fondo ma dalla mpolitica giungono delle critiche sulla lentezza nelle erogazioni e si guarda ora alle modifiche alle norme per semplificare il processo e proteggere dai rischi di infiltrazioni criminali.

Gli istituti di credito tuttavia devono affrontare i rischi mcrescenti della crisi economica globale e italiana che rischiano mdi contagiare il comparto, come avverte la Banca d’Italia nel rapporto sulla stabilità finanziaria, trasformando gli Utp (inadempienze probabili) nei bilanci in una “mina” di 15 miliardi di rettifiche, aspirando così la redditività e gli utili. Il blocco dei tribunali renderà poi più lenta la cessione degli Npl che negli ultimi mesi aveva accelerato.

Certo le misure del governo (la moratoria sui prestiti, il sistema delle garanzie), frenano la crescita dei crediti deteriorati e aiutano a sostenere le famiglie e la fiducia dei risparmiatori verso il comparto non è stata “intaccata”, rileva l’istituto centrale, non materializzandosi la fuga dei depositi bancari che possono così finanziare i prestiti.

Il meccanismo messo in piedi dal governo, dopo le prime fasi di messa a punto organizzativa e normativa, comincia quindi a macinare. Le domande giunte al Fondo garanzia sono raddoppiate a 56 mila, rilevano l’Abi e Mcc di cui 37 mila sono quelle fino a 25 mila euro. Certo sono ancora una frazione delle richieste arrivate alle banche visto che la sola Intesa Sanpaolo, tra erogate e in via di erogazione, ne ha 100mila con una crescita di 15-20 mila al giorno.

La politica così protesta: dopo “l’atto d’amore” chiesto alle banche dal presidente del consiglio Conte (che oggi ha sottolineato l’importanza di “monitorare” l’erogazione delle risorse), il vicesegretario del Pd Orlando si lamenta che “le misure non stanno arrivando alla meta non perchè non ci sono ma perchè le banche non stanno facendo i loro lavoro”.

E sul fronte delle aziende medie, la Sace sottolinea come siano allo studio 2,5 miliardi di euro di operazioni con 150 banche che saranno presentate attraverso il “proceso semplificato”. La fase istruttoria bancaria prende del tempo visti anche gli importi di una certa importanza, fino a 365 milioni di euro.

“Quando poi il dossier arriva in Sace” in 48/72 ore la garanzia potrà essere rilasciata alla banca” spiega l’ad  Pierfrancesco Latini, ma “il tempo sperimentato è stato più rapido”: A queste si aggiungono le operazioni allo studio per grandi imprese, per un ammontare totale di circa 10 miliardi di euro, che saranno presentate attraverso il “processo ordinario”.

E sullo sfondo c’è lo scenario dopo la crisi o comunque nella sua fase discendente. Oltre a indennizzi a fondo perduto, le aziende saranno più indebitate. Potrebbe concretizzarsi l’idea lanciata dalla Banca d’Italia di un veicolo pubblico per la ristrutturazione di debiti delle imprese medio-grandi oppure un ingresso nel capitale, senza interferire nella gestione, del pubblico per aumentare il capitale. In ogni caso l’azione dello Stato dovrà mantenersi a lungo visto che gli effetti sull’economia, a detta di tutti, saranno pesanti.

(di Andrea D’Ortenzio/ANSA)

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