Spadafora: “Calcio pensi piano B”, Lega guarda a Conte

L' ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, in una foto d'archivio.
L'ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, in una foto d'archivio. (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

MILANO. – Il braccio di ferro sul destino della Serie A sarà influenzato da fattori internazionali e politici. Dopo la sospensione della Ligue1 francese, una svolta può essere rappresentata dalla Bundesliga, che fa passi avanti verso il ritorno in campo anche se in Germania il calo de contagi non è stabile. Sul fronte interno la palla è al Governo, che al suo interno ha sensibilità diverse sul tema.

“La ripresa del campionato sembra un sentiero sempre più stretto”, ha detto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, consigliando alla Lega di “cominciare a pensare a un piano B, perché le soluzioni possono essere tante”.

“Abbiamo un piano A, B, C e D, dalla ripresa al rinvio, ma lavoriamo sul piano A perché pensiamo sia il migliore per tutti”, ha spiegato a sua volta il presidente della Figc, Gabriele Gravina, nella riunione con i colleghi delle altre federazioni, ribadendo che non intende essere lui a dichiarare chiusa la stagione.

Lo scenario potrebbe essere più chiaro l’8 maggio, quando si riunirà il Consiglio federale. Il termine del 2 agosto indicato dalla Uefa per chiudere la stagione è diventato un vincolo scomodo, ed è diffusa l’idea che cominciare il prossimo campionato senza concludere questo rischia di produrre effetti economici difficili da gestire per il calcio italiano.

Ecco perché l’idea di fare slittare in autunno le ultime 12 giornate non è più remota.

Indipendentemente dal periodo, bisogna definire il protocollo di sicurezza. La Figc attende di sapere dal Governo quali aspetti non hanno convinto a concedere il via libera il 4 maggio agli allenamenti (vietati fino al 18) e vanno migliorati. In Lega accarezzano l’idea di aprire un canale diretto con il premier Giuseppe Conte.

Anche perché fra i presidenti delle società si sta diffondendo l’idea che Spadafora, anche ammesso che stia perorando davvero la causa del calcio, non trova grandi sponde nell’esecutivo e negli scienziati del Cts, irremovibili su sport e scuola.

“Una partita ora è inverosimile nel rispetto degli stessi calciatori, è impossibile evitare le occasioni di contagio”, secondo il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri. Mentre per il ministro Francesco Boccia “va precisata” la norma del Dpcm sugli allenamenti dei professionisti.

“Mi sembra pazzesco si debba andare a Villa Borghese anziché a Formello dove abbiamo sei campi e quattro ingressi separati. Ce lo dicano se la ragione è che il campionato non ricomincerà”, protesta la stella della Lazio, Ciro Immobile, confermando le critiche del suo e di altri presidenti. Se è vero che alcuni club stanno pensando il 4 maggio di mandare i giocatori a correre come dei comuni runner, è una preoccupazione non da poco per i questori per il rischio di assembramenti.

Intanto 18 società di Serie A hanno ribadito la volontà di riprendere allenamenti e partite ma in Lega contano di recuperare le 2 contrarie, Brescia e Torino, per arrivare a una presa di posizione unitaria nell’assemblea di venerdì, come era già stato fatto in quella del 21 aprile. L’altro tema caldo saranno le pay tv, che l’indomani dovrebbero versare l’ultima rata della stagione, 222 milioni di euro.

In quell’occasione si farà il punto sulle trattative con Sky, Dazn e Img, che hanno chiesto sconti o dilazioni, di fronte a cui le società hanno già detto un “no” compatto nell’ultima assemblea.

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