Amarcord, baseball: 25 anni fa veniva assassinato il pelotero Gustavo Polidor

Polidor, aveva fatto il suo esordio in Major il 7 settembre 1985 diventando il 40esimo venezuelano che partecipava nel campionato a stelle e strisce. foto cortesia

CARACAS – Venticinque anni fa veniva assassinato il “pelotero” venezuelano Gustavo Polidor. Allora il campione, aveva 33 anni.
Il crimine che commosse il paese fue perpetrato da Herman “Hernancito” López Ortuño e Marcos Quintero Rojas, che furono arrestati e condannati a 25 anni di reclusione. Entrambi riuscirono ad avere la riduzione della pena e ma persero la vita qualche anno dopo durante scontri con la polizia.

Il campione che era nato a Caracas il 26 ottobre 1961, fu ucciso la mattina del venerdì 28 aprile del 1995 davanti la porta di casa nel rione capitolino di Santa Monica.

Stando alla ricostruzione dei fatti, quel giorno Polidor aveva appena messo in moto la sua macchina e la moglie stava buttando a spazzatura. I due malviventi si sono divisi i compiti: uno bloccò il pelotero e l’altro la moglie. I delinquenti oltre a rubare la macchina volevano entrare in casa. A questo punto il campione reagì e fu ferito con due colpi di arma da fuoco.

Poche settimane prima del fattaccio il giocatore venezuelano aveva partecipato agli allenamenti dei Montreal Expos, la sua meta quell’anno era ritornare alla MLB come riserva. Questo anche grazie alla sua esperienza di sette stagioni con squadre come Angels, Brewers e Marlins.

Polidor, aveva fatto il suo esordio in Major il 7 settembre 1985 diventando il 40esimo venezuelano che partecipava nel campionato a stelle e strisce. Quel giorno, era subentrato al posto di Ruppert Jones nella nona ripresa.

In Venezuela ha sempre giocato con i Tuburones de La Guaira, club con cui ha esordito nel 1980. Nell’anno d’esordio vinse il riconoscimento “Novato del Año”. Con i “salados” diventò uno de membri della denominata “guerrilla” che regaló tre scudetti alla squadra.

Nel 1989, rinforzò e vinse con le Águilas del Zulia la Serie del Caribe disputatasi a Mazatlán, in Messico.
In quella edizione della “Champions dei Caraibi”, Salazar mise a segno un fuoricampo nella 14esima ripresa contro i dominicani dei Leones del Escogido. Grazie a questo gesto tecnico i venezuelani s’imposero per 8-7 ed ipotecarono il titolo.

Come omaggio postumo, nel 1995 i Tiburones de La Guaira hanno ritirato il numero 14, prima di lui avevano avuto quest’onore: Luis Aparicio con l’11 (1968), Ángel Bravo con l’8 (1978), Aurelio Monteagudo con il 28 (1982) e Luis Salazar con il 3 (1993). In anni successivi i “salados” hanno ritirato il 13 di Oswaldo Guillén (2000), il 21 di Alfredo Pedriue (2003) ed il 40 di Carlos “Café” Martínez (1997).

(di Fioravante De Simone)

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