Coronavirus: in Africa la corsa per fermarlo

Personale di servizio versa gel sanitario nelle mani di passanti a Lagos, Nigeria.
Personale di servizio versa gel sanitario nelle mani di passanti a Lagos, Nigeria. (ANSA/AFP/ Pius Utom Ekey)

ROMA.  – Una corsa a ostacoli per fermare il dilagare dell’epidemia del nuovo coronavirus in Africa, dove sono 52 i Paesi finora toccati dall’epidemia, per un totale che supera 33.200 i casi e 1.467 morti, come indicano i dati forniti dai Centri africani per il controllo delle malattie (Africa Cdc).

L’analisi delle mappe genetiche del virus SarsCoV2, intanto, indica che il virus è entrato nel continente da più vie e che, fra queste, una delle principali è stata l’Europa.

“La pandemia è tutt’altro che finita”, ha osservato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. “L’Oms – ha aggiunto – continua a essere preoccupata dal trend crescente osservato nel mondo, per esempio in Africa”.

Qui gli Stati settentrionale sono quelli in cui l’epidemia è più diffusa, con un totale di 13.500 casi, concentrati per la maggior parte in Egitto, che con 4.800 casi è con il Sudafrica il Paese più colpito; sempre nel Nord seguono il Marocco, con 4.100 casi, e l’Algeria, con 3.500; a distanza l’Algeria (967) e la Libia (61).

Nell’Africa occidentale conta complessivamente 8.300 casi, concentrati soprattutto in Ghana (1.600), Nigeria (1.300) e Guinea (1.200); sono 5.200 i casi nell’Africa meridionale, quasi tutti nel Sudafrica (4.800), seguito a grande distanza dallo Zambia (89).

Nell’Africa orientale i casi sono 3.400, mille dei quali nella Repubblica di Gibuti, e in quella centrale si registrano complessivamente 3.000 casi, dei quali 1.800 nel Camerun.

Anche in Africa, come nel resto del mondo, è ben chiaro che lo strumento principale per contenere la diffusione del virus sono i test per la diagnosi, e promuoverli il più possibile è l’obiettivo del progetto Pact (Partnership to Accelerate COVID-19 Testing), promosso grazie all’azione congiunta dei Cdc africani e dell’Unione africana, l’organizzazione che riunisce tutti gli Stati del continente.

L’obiettivo della campagna di test è prevenire la comparsa di forme severe della malattia provocata dal nuovo coronavirus, la Covid-19, e i decessi, al fine di ridurre il più possibile le conseguenze economiche e sociali della pandemia.

Nel frattempo, il confronto tra le sequenze genetiche dei ceppi del nuovo coronavirus in circolazione in Africa con quelli del resto del mondo hanno permesso di ricostruire come il virus sia entrato nel continente. I dati, liberamente accessibili sul sito del progetto Nextstrain, dedicato all’analisi genetica dei nuovi organismi patogeni, indicano che ci sono state molteplici vie di ingresso, perfino a livello dei singoli Stati africani.

Sono state almeno sette nella Repubblica Democratica del Congo, e hanno generato due catene di trasmissione a Kinshasa; sette anche in Ghana e otto in Senegal, con due catene di trasmissione a Dakar e Touba; altre vie attraverso le quali il coronavirus SarsCoV2 è entrato in Africa sono passate per Algeria, Gambia, Nigeria e Sudafrica.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

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