Conte mette il Mes in quarantena. Alta tensione nel M5S

Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e Dario Franceschini, Ministro della Cultura durante la discussione sulla fiducia al nuovo governo nell'aula del Senato.
Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e Dario Franceschini, Ministro della Cultura durante la discussione sulla fiducia al nuovo governo nell'aula del Senato, Roma 10 settembre 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – Il voto sull’ordine del giorno presentato da Giorgia Meloni alla Camera contro il Mes mette in chiaro un punto: il rischio che il M5S si spacchi esiste e, difficilmente, potrà rientrare nei prossimi giorni. A Palazzo Chigi il dato è noto e, non a caso, dalla fine del Consiglio Ue il piano di Giuseppe Conte prevede una “quarantena forzata” del Mes.

Meglio puntare, come è scritto nero su bianco anche nel Documento di Economia e Finanze approvato dal Cdm, su “strumenti europei innovativi”. Ovvero su quel Recovery Fund sul quale l’Italia intraprenderà una corsa contro il tempo.

“Ci opporremo in ogni sede all’attivazione del Mes”, spiega in mattinata il capo politico Vito Crimi. La sua, tuttavia, non è una chiusura totale. “Un Mes senza condizionalità vere non si potrebbe non valutare”, osserva infatti il senatore pentastellato consapevole del fatto che, sulle eventuali clausole contenute nella linea di credito Pandemic Crisis Support da attivare tramite il Mes un vero e proprio chiarimento non c’è stato.

Clausole sulle quali, del resto, anche il presidente del Consiglio vorrà vederci chiaro. Ma è il voto sull’Odg presentato in mattinata da Fdi alla Camera a dare il senso del caos che potrebbe scatenare una votazione sull’attivazione del Mes. Dal momento in cui, nella tarda serata di ieri, Meloni lo annuncia, nel M5S si scatenano chat e telefonate.

E sull’Odg, anche il centrodestra si divide. FI, infatti, non partecipa al voto, seguendo la linea europeista di Silvio Berlusconi.

“Votiamo compatti, non cadiamo nella trappola”, avverte in mattinata il deputato M5S Emilio Carelli. Eppure, votano l’odg di Fdi in 7. Dissidenti da tempo, come Dalila Nesci (già sotto la lente dei Probiviri) o duri e puri anti-Mes, come Raphael Raduzzi o Alvise Maniero. Anche Pino Cabras, Andrea Vallascas, Antonio Lombardo e Giovanni Vianello votano in dissenso. Alcuni di loro, come Cabras e Vallascas, avevano firmato la “petizione” di Alessandro Di Battista contro le scelte fatte sulle nomine.

L’impressione è che si tratti di una corrente embrionale, che punti a definirsi come “custode” dei valori del Movimento rispetto ad un eccessivo appiattimento filo-governativo. Perché questa corrente si misuri negli Stati Generali – da tempo richiesti dalla stessa fronda – si dovrà però attendere un bel po’. Poco prima dell’arrivo in Aula dell’Odg sul Mes, dal blog delle Stelle sancisce il “rinvio”, entro comunque la fine dell’anno, dell’elezione del nuovo capo politico causa coronavirus.

Stati Generali “congelati”, insomma. e pieni poteri al reggente Vito Crimi. Anche perché, candidature forti al momento non se ne vedono. Sulla decisione è pesata la volontà di Beppe Grillo, garante dello Statuto e fautore della linea “contiana” del Movimento. Mentre, secondo quanto spiegano alcuni fonti del Movimento, Davide Casaleggio in un primo tempo sarebbe stato più propenso ad affidare la scelta alla votazione online.

Al congelamento dei giochi interni segue, nel pomeriggio, la fortissima irritazione fatta filtrare dai vertici per il caos sul Mes. “Chi decide di agire da solo pensando solo a sé, a “cosa diranno gli altri di me”, rema contro la squadra. Azioni del genere non saranno più tollerate”, è l’avvertimento dei vertici ai dissidenti. Basterà?

Le parole della Meloni – “il M5S esegue gli ordini del Pd” – potrebbero fare comunque effetto, soprattutto al Senato dove i numeri della maggioranza sono risicatissimi. Per questo Conte preferisce evitare strappi: sul Mes, spiegano nel governo, decide il Parlamento. La trattativa sul Recovery Fund è e resta il piano A. E l’ “antipasto” del voto sul Mes andato in scena alla Camera consiglia al governo massima prudenza.

(di Michele Esposito/ANSA)

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