Istat: i farmaci spingono l’export a febbraio +7%

Un professionale esamina un campione in un laboratorio farmaceutico.
Un professionale esamina un campione in un laboratorio farmaceutico. (ANSA)

ROMA. – Febbraio ha visto una crescita delle esportazioni italiane del 7% rispetto a un anno prima e dell’1,1% rispetto a gennaio, secondo i dati Istat. L’ultimo mese prima che gran parte delle attività industriali chiudesse per contenere l’epidemia di Coronavirus è stato così il migliore, nei dati tendenziali, a partire da maggio dello scorso anno.

E il merito va l’industria farmaceutica, che con un balzo del 41,2% spiega da sola oltre un terzo della crescita delle vendite italiane all’estero, con gli ordini di Stati Uniti, Belgio e Francia.

Gli Usa, in generale, sono il mercato di destinazione più dinamico, con un aumento delle esportazioni italiane del 22,3%, seguito dalla Germania e dalla Francia. Al contrario la flessione più pesante riguarda lvendite verso la Cina (-21,6%), il primo paese colpito dall’epidemia, dove crolla, in particolare, l’export di abbigliamento e articoli in pelle italiani. É negativo anche il risultato del Regno Unito (-8,2%), nel primo mese dopo la Brexit.

Tra i settori, oltre al farmaceutico, hanno incrementi a due cifre i mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+14,4%) e i prodotti alimentari, le bevande e i tabacco (+11,9%).

E mentre le esportazioni, nel complesso, crescono, le importazioni calano, a febbraio, sia sul mese (del 3,8%) sia sull’anno (dello 0,7%). A pesare sono in particolare gli acquisti dai mercati extraeuropei e quelli di energia che vedono un calo superiore al 14% sia nei dati congiunturali e tendenziali.

Il risultato, per la bilancia commerciale italiana, è un balzo del surplus di quasi 3 miliardi di euro, dai 3,2 miliardi di febbraio 2019 agli oltre 6 miliardi di febbraio. Al netto dell’energia, l’avanzo è maggiore e raggiunge 8,6 miliardi di euro.

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