Registro presenze ristorante e medico virtuale, le app della fase 2

Passeggeri con mascherine nella metro di Tokyo.
Passeggeri con mascherine nella metro di Tokyo. (ANSA/EPA/FRANCK ROBICHON)

ROMA. – Dal registro virtuale delle presenze all’interno di un ristorante, un pub, un supermercato o un qualsiasi luogo chiuso, alle app per monitorare la salute dei dipendenti, fino all’idea – per ora sperimentata solo in Cina – di ricorrere all’intelligenza artificiale per riuscire ad identificare i volti sotto la mascherina. Le aziende si attrezzano con nuovi sistemi tecnologici in vista della fase 2, per il graduale riavvio delle attività.

Il più grande fermento di questa ultima fase del lockdown italiano – secondo alcune community di innovazione – è lo sviluppo di nuove modalità di commercio attraverso la digitalizzazione. A farla da padrone per il momento è ancora l’incremento del food delivery, ma a mobilitarsi sono ora anche estetisti, barbieri e parrucchieri.

“A marzo – spiega la società di startup Peekaboo – il volume degli ordini del food delivery è cresciuto del 50% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. I ristoranti che hanno aderito a questa formula sono aumentati del 60% e, in previsione delle rigide regole che si dovranno rispettare all’interno dei locali, la stragrande maggioranza dei titolari non ritiene che la spedizione dei pasti a domicilio sia una cosa temporanea. E’ al via anche il processo di digitalizzazione per botteghe di vicinato, vivai, estetisti e parrucchieri, interessati a sviluppare nuovi modelli di business in previsione delle regole di distanziamento post-quarantena”.

Non solo spesa. Molte aziende pensano all’utilizzo di app per il registro delle presenze, in modo da poter rispettare le restrizioni che verranno date sul massimo di presenze all’interno dei locali chiusi. App di questo tipo, in passato utilizzate per i dipendenti come sostituti innovativi del classico ‘timbro del cartellino’, potrebbero ora vedere un nuovo boom dopo il loro primo lancio qualche anno fa.

La possibilità di ‘registrare la presenza’ stavolta potrebbe essere estesa ai clienti senza l’obbligo di ottenere nominativi e dati anagrafici dei presenti, ma come riferimento di sicurezza per i clienti e gli stessi gestori: un modo per entrambi di monitorare il numero di persone in un ristorante, pub o centro commerciale.

Dalle piccole imprese ai grandi marchi internazionali, che pensano anche all’utilizzo di sistemi di tracciabilità dei dipendenti. Per alcune il piano per la fase 2 prevede ad esempio, tra gli altri progetti, quello di fornire un’app per ricevere supporto medico sanitario nell’eventuale monitoraggio della sintomatologia del coronavirus.

Grazie all’applicazione sarebbe possibile anche tracciare i contatti delle singole utenze, in forma anonima e aggregata. Ad incuriosire altre grandi aziende, soprattutto per la sicurezza e la sorveglianza interna, è anche lo sviluppo di nuovi sistemi di riconoscimento facciale – sperimentati al momento in Cina – che possano identificare chi indossa mascherine.

Se finora in questo campo l’intelligenza artificiale ha raggiunto un grado di affidabilità del 95% ai test in città come Wuhan, in Italia ci sono imprese che guardano con interesse a questa possibilità, senza aver fatto ancora i conti con il diritto alla privacy e le norme.

(di Lorenzo Attianese/ANSA)

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