Messi e compagnia rifiutano taglio 70% ingaggi

Il capitano del Barcellona Leo Messi si mette le mani in faccia dopo un tiro che non é andato a rete.
Il capitano del Barcellona Leo Messi si mette le mani in faccia dopo un tiro che non é andato a rete. (ANSA)

ROMA. – La guerra degli stipendi. Succede a Barcellona, dove la polisportiva blaugrana, gigante dello sport mondiale, rischia perdite fino a 600 milioni di euro a causa della pandemia del coronavirus.

Ecco allora che bisogna tagliare, e il discorso riguarda in primis gli ingaggi dei calciatori della prima squadra: l’obiettivo, nemmeno tanto nascosto, della dirigenza è di farli scendere da 1.047 a 507 milioni.

Così è stato proposto alla commissione sindacale dei quattro capitani (Messi, Piquè, Sergio Busquets e Sergi Roberto, tutti provenienti dal vivaio come da tradizione) un taglio del 70% degli emolumenti per il periodo relativo all’inattività totale causata dal Covid-19.

La proposta è stata respinta al mittente, a cui però è stata data un’alternativa: 30% in meno, spalmati su la durata della stagione, quindi da luglio 2019 a giugno 2020.

La posizione dei capitani blaugrana ha poi ricevuto il sostegno dell’Assocalciatori spagnola, con cui i quattro si erano consultati.

In ogni caso, il presidente Bartomeu (che intanto aveva ricevuto il no anche dalla commissione sindacale della squadra di basket) e i suoi collaboratori non ci stanno, ed è stata convocata una riunione d’urgenza, telematica, della giunta direttiva in cui discutere, fra le varie ipotesi, se applicare comunque, e unilateralmente, a tutti gli atleti la decurtazione del 70%.

Il dilemma è quindi se mediare, magari trovando un compromesso al 50%, o andare allo scontro, e nel frattempo si operano altri tagli. Uno riguarderà il mercato, ed è quindi sempre più improbabile che Neymar possa tornare in Catalogna visto quanto costerebbe il brasiliano. A meno che il club non riesca a cedere i vari Griezmann, Vidal, Rakitic, Umtiti, Alena (ora in prestito al Betis), Coutinho (che tornerà dal Bayern) e Junior Firpo.

In tal caso forse O Ney, se accetterà di ridursi anche lui lo stipendio, potrebbe rientrare alla base. L’aria che tira però è pesante, basti pensare che pur di non spendere i 3.5 milioni pattuiti, il Barcellona ha rinunciato al nuovo “gioliello” del San Paolo Gustavo Maia, talento messosi in luce nelle competizioni giovanili del suo paese: il Barça lo seguiva da tempo, ma il dirigente Eric Abidal ora ha bloccato l’operazione, per motivi economici.

Non si capisce quindi da dove il Barça tirerebbe fuori i soldi per acquistare l’interista Lautaro Martinez, il cui contratto ha una clausola rescissoria di 111 milioni. Ma nonostante questo i giornali di Catalogna continuano a scrivere che l’affare alla fine si farà.

Ad ingarbugliare ancor più le cose è arrivata la notizia della positività, dopo il tampone, del medico della prima squadra Ramon Canal, personaggio spesso a contatto con Messi e compagni, ora giustamente preoccupati. Positivo anche il medico del team di pallamano. Come a dire che a Barcellona la serenità dei bei tempi del “tiki taka” in questi giorni è un ricordo lontano.

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