Coronavirus: ottantacinquenne vince il virus a Codogno, ora è dimesso

Coronavirus: bambini preparano uno striscione con la scritta "Andrà tutto bene.
Coronavirus: bambini preparano uno striscione con la scritta "Andrà tutto bene. ANSA/Andrea Fasani

CODOGNO (LODI). – Era ricoverato per una pericardite nel reparto di medicina a Codogno, nell’ospedale dove, con la scoperta del primo caso positivo, quello di Paziente1, è scoppiata l’emergenza Coronavirus. E’ stato infettato, poi tenuto in isolamento per quasi un mese, e oggi, per la festa del papà è tornato a casa.

E’ la storia di Giancarlo Bonvicini, 85 anni, pensionato che, nonostante l’età, è riuscito a tenere a bada il virus. Lui che da piccolo ha avuto il tifo, ha superato una guerra, è stato un gran fumatore e di professione faceva il verniciatore, è rimasto asintomatico e non è mai peggiorato. E’ uscito indenne, e ha solo un po’ patito la solitudine.

Questa mattina, quando è uscito, è stato festeggiato dalle infermiere. E lui commosso le ha ringraziate per essere state i suoi ‘angeli custodi’. “E’ il primo guarito nella medicina dell’ospedale di Codogno”, racconta con orgoglio il figlio Flavio, che è il veterinario della cittadina del Lodigiano.

“Ce l’ha fatta, non è mai peggiorato. E’ rimasto lì, isolato per quasi un mese: nessuno poteva andarlo a trovare, ci parlavamo solo al telefono. Era tranquillo”.

Stamattina finalmente fuori. Nessun abbraccio però con Flavio perché vanno mantenute rigorosamente le distanze di sicurezza. Lo ha portato a casa di volata in macchina: il figlio davanti al volante e il babbo dietro, abbastanza lontani. E ovviamente tutti e due con la mascherina di protezione.

Arrivato a destinazione ha cercato di andare a salutare la moglie, Osvalda, 80 anni e sfebbrata da poco, ma con dispiacere non l’ha potuto fare. “L’ho dovuto fermare – spiega Flavio – perché lui è negativo e né io e né la mamma sappiamo se siamo negativi o positivi. Non abbiamo avuto la possibilità di fare il tampone e quindi per precauzione, per evitare che non si riammali, niente contatti”.

Quindi il ‘Gianca’, come lo chiamano in paese, è di nuovo in ‘quarantena’. Lui e la moglie, con i loro 57 anni di matrimonio, vivono forzatamente da separati in casa: due stanze diverse, bagni diversi, e non si vedono. Lei cucina, ma i piatti glieli fa trovare davanti alla porta della sua stanza. E non si sa per quanto ancora andrà avanti così.

“E’ dispiaciuto per la situazione”, ha aggiunto il figlio che ha ammesso di averlo dovuto sgridare: prima voleva andare in sala a vedere la tv, poi fare una passeggiata in giro con il cane. “Gli ho spiegato che non è possibile. Certo è stato un mese in ospedale, isolato dal mondo, deve ancora orientarsi”. In un mese tutto è cambiato.

(di Francesca Brunati/ANSA)

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