Il virus accelera in Africa, colpiti 30 Paesi su 54

Il presidente della Oms Tedros Adhanom.
Il direttore generale della Oms Tedros Adhanom. (ANSA),

IL CAIRO. – La pandemia da coronavirus, globale per definizione, sta attaccando anche il ventre molle del mondo: più della metà dell’Africa che, con il suo mix di debolezze sanitarie e sovrappopolazione, si prepara al peggio con misure preventive che l’Oms teme possano servire a poco.

“Il nostro miglior consiglio all’Africa è prepararsi per il peggio”, ha avvertito il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, affermando che il suo “continente deve svegliarsi” e cancellare immediatamente qualsiasi raduno.

In tutta l’Africa per ora i casi di coronavirus sono ufficialmente meno di 580 e solo 15 i morti, di cui sei in Egitto, dove c’é stata la prima segnalazione di contagio a metà del mese scorso; cinque in Algeria, due in Marocco, uno in Sudan e uno appena annunciato in Burkina Faso, il primo dell’Africa sub-sahariana.

Cifre basse ma progressione veloce: in poco più di una settimana sono stati infettati più di 20 Paesi, portando a 30 su 54 totali il numero di Stati coinvolti in un continente che ha 1,2 miliardi di abitanti. Sono colpiti sia il minuscolo Stato-base militare Gibuti sia il Paese più popoloso: la Nigeria (200 milioni di persone e meno di mille posti in terapia intensiva) che da sabato vieta l’ingresso ai viaggiatori provenienti da 13 Paesi con più contagi, tra cui l’Italia.

Le misure, che il Financial Times, equipara a quelle adottate in Asia, sono numerose e precoci ma le debolezze del continente sono al contempo gravissime: sistemi sanitari carenti (tutto il Kenya, con i suoi 57 milioni di abitanti, ha circa mille letti in terapia intensiva), povertà e disoccupazione, baraccopoli e campi profughi sovraffollati, confini mal sorvegliati, malnutrizione che indebolisce le difese immunitarie, poca acqua pulita per lavarsi le mani.

Già nel 2016 uno studio del think tank americano Rand Corporation aveva avvertito che sono africani 22 dei 25 Stati al mondo più esposti alle epidemie. Gli oltre 11mila morti causati dall’ebola in Africa occidentale sei anni fa sono lì a confermarlo.

Per scongiurare il “peggio” previsto dall’Oms nonostante la speranza che il caldo possa mitigare la propagazione del Covid-19 e l’età media della popolazione di 19 anni il suo impatto mortale, dal continente giungono annunci di scuole chiuse, assembramenti al bando e restrizioni ai viaggi, come ha fatto la settimana scorsa il Kenya.

Si pensa a tutto: Nairobi sta incentivando anche l’uso della moneta elettronica per scoraggiare quella in contanti e anche la Tanzania ha bandito abbracci e strette di mano. La coscienza del pericolo sembra esistere: il Sudafrica, già con soli 62 casi, ha dichiarato l’emergenza nazionale e il Camerun, oltre alle scuole, ha bloccato anche frontiere e il calcio, suo orgoglio nazionale.

E di fronte all’incubo del coronavirus, chiudono anche le porte del paradiso (turistico): l’isola di Mauritius ha vietato per due settimane gli ingressi ai cittadini Ue e l’Egitto ha blindato le sue perle sul Mar Rosso, Sharm el-Sheik e Hurghada.

 

(di Rodolfo Calò/ANSA)

Lascia un commento