Trump invia nave a New York: “Io presidente in guerra”

Il presidente Donald Trump abbraccia la bandiera degli Stati Uniti, in un'immagine d'archivio.
Il presidente Donald Trump abbraccia la bandiera degli Stati Uniti, in un'immagine d'archivio. (ANSA)

WASHINGTON. – Cambiando toni e tattica, Donald Trump trasforma quella che poteva essere la sua Chernobyl elettorale in un’occasione di rilancio presentandosi come un presidente “in tempo di guerra”: un commander in chief che parla ogni giorno alla nazione dalla Casa Bianca rassicurandola sul piano sanitario ed economico, mentre Wall Street continua ad affondare e il numero delle vittime diventa un bollettino dal fronte: almeno 117 morti e oltre 7.000 casi di coronavirus, dopo la brusca impennata nelle ultime 24 ore.

“Siamo in guerra contro un nemico invisibile e vinceremo”, dichiara con cipiglio bellico, dicendosi pronto ad usare “se necessario” anche la Defense Production Act, la legge varata negli anni ’50 nel conflitto con la Corea e che permette al presidente di potenziare la produzione da parte dell’industria privata di materiale strategico. Come mascherine e respiratori, che scarseggiano ancora fortemente negli Usa, tanto che il Pentagono ne ha messi a disposizione rispettivamente 5 milioni e 2.000. C’è anche una “grave carenza” di sangue, di qui l’appello delle autorità sanitarie a donarlo alla Croce Rossa.

In questo clima allarmante, il presidente evoca quindi poteri di guerra e lancia anche qualche missile verbale contro Pechino, denunciando che poteva avvisare dell’epidemia “molto prima” e ostinandosi a definire il Covid-19 “un virus cinese”: “Non è una definizione razzista, arriva da lì”. Esclusa inoltre una sospensione dei dazi.

Tra le misure speciali annunciate dal tycoon anche l’invio di due navi-ospedale, una sulla West coast, dove l’emergenza è concentrata tra lo stato di Washington e la California, e una nel porto di New York, città sull’orlo del lockdown con 1.339 positivi, oltre la metà dell’intero Stato: nella Grande Mela arriverà la Usns Comfort, una nave da mille posti letto con sale operatorie già usata per altre calamità come a Puerto Rico dopo l’uragano Maria nel 2017.

“Questa è una guerra”, ha ribadito il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo.

Donald Trump ha inoltre decretato la sospensione di tutti gli sfratti e dei pignoramenti legati ai mutui per la casa e ha garantito che “non siamo affatto vicini” allo scenario peggiore, ossia al rischio di una disoccupazione al 20%. Misure straordinarie anche ai confini. Le frontiere col Canada sono state chiuse temporaneamente di comune accordo al traffico non essenziale, anche se il presidente spera di riaprirle nel giro di un mese.

Quelle col Messico invece per ora resteranno aperte ma il tycoon ha preannunciato una disposizione che conceda un “grande margine d’azione”: sembra la premessa, come anticipato da alcuni media, per respingere tutti i richiedenti asilo e gli altri migranti che tentano di entrare illegalmente, per evitare il rischio della diffusione del coronavirus nei centri di detenzione e tra gli agenti della polizia di frontiera.

Trump ha anche rimandato ad una successiva conferenza stampa, oggi o domani, su quelli che ha definito sviluppi “eccitanti” dalla Food and Drug Administration (Fda), dopo che – secondo il Wall Street Journal – la Casa Bianca aveva valutato un ordine esecutivo per aumentare grandemente l’uso dei farmaci sperimentali incontrando però le obiezioni proprio della Fda, che ha messo in guardia contro i rischi per i pazienti.

“Se seguiamo la ricetta del presidente l’economia tornerà a ruggire”, ha assicurato il segretario al Tesoro Steve Mnuchin, che ha presentato al Congresso un pacchetto da oltre 1.000 miliardi, di cui 500 miliardi in due tranche da 1000 dollari direttamente agli americani, 300 miliardi per le Pmi e 200 miliardi per l’industria aerea (50 come prestiti agevolati per le compagnie aeree). Ma questa è un’altra guerra, da combattere al Congresso con i dem.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

Lascia un commento