La scossa di Trump all’economia, piano da 1000 miliardi

Il presidente degli Stati Uniti Donal Trump.
Il presidente degli Stati Uniti Donal Trump. (ANSA/ EPA/MICHAEL REYNOLDS)

NEW YORK.  – Donald Trump lancia un piano da mille miliardi di dollari per salvare l’economia americana dalla valanga del coronavirus. Una scossa per contrastare il rischio recessione, un maxi stimolo che comprende anche 50 miliardi di dollari per le compagnie aree sempre più sull’orlo del baratro, alle prese con una crisi “peggiore di quella dell’11 settembre”. Parola del segretario al Tesoro Steve Mnuchin.

La cifra complessiva è ancora ballerina, e qualcuno afferma che si potrebbe arrivare anche a 1.200 miliardi di dollari. Di certo c’è che sul piatto Trump vuole mettere soprattutto gli aiuti diretti alle famiglie americane. Così ogni persona adulta potrebbe vedersi recapitare nelle prossime due settimane un assegno da oltre 1.000 dollari, per alleviare una situazione che rischia di diventare sempre più pesante, con gran parte delle città e delle attività paralizzate dall’epidemia. “Gli americani hanno bisogno di cash, e ne hanno bisogno ora”, ha affermato Mnuchin, affiancato dal tycoon nella briefing room della Casa Bianca.

Trump non minimizza più come fino a pochi giorni fa, ma cerca ancora di rassicurare: “L’economia si riprenderà rapidamente”, ha detto. Del resto il presidente ha fatto dell’andamento di Wall Street e della ripresa economica il suo cavallo di battaglia per un secondo mandato alla Casa Bianca.

Lo shock del coronavirus, arrivato inaspettato, ora minaccia però le sue chance di rielezione, favorendo – almeno sulla carta – Joe Biden. L’ex vicepresidente si gioca una partita importante ed è ad un passo dallo sbarazzarsi dell’altro candidato democratico rimasto in corsa, Bernie Sanders, nel nuovo mini Super Tuesday che vede al voto la Florida, l’Illinois e l’Arizona. Non l’Ohio che, a causa dell’emergenza virus, ha deciso lo slittamento delle primarie a giugno.

Il maxi stimolo all’economia, insieme alla nuova discesa in campo della Federal Reserve a sostegno delle imprese, hanno spinto le Borse, con Wall Street arrivata a guadagnare fino al 6% confortata anche dall’impegno reso dalla Casa Bianca. E rassicurata da Mnuchin che, prima di correre in Congresso per trattare con i democratici, ha detto a chiare note: i mercati resteranno aperti nonostante il coronavirus, anche se non è da escludere una riduzione delle ore di trading.  A tranquillizzare è anche l’ipotesi che l’amministrazione non si fermerà solo al pacchetto da mille miliardi, visto che l’economia avrà probabilmente bisogno di misure ulteriori.

Fra queste l’erogazione di possibili aiuti a Boeing, il colosso dell’aviazione schiacciato fra la crisi del 737 Max e quella delle compagnie aeree. “Vogliamo aiutare Boeing”, ha affermato senza ombra di dubbio Trump.

“Stiamo lavorando bene, vogliamo meno morti possibili, non vogliamo trovarci nella situazione dell’Italia”, ha quindi osservato il presidente americano, difendendo la sua scelta di chiamare il Covid-19 un ‘virus cinese’. “Ne indico la provenienza”, ha detto, respingendo le critiche della Cina che, infuriata, lo ha accusato di infangare il Paese con una etichetta del tutto negativa.

Pechino intanto, in ritorsione alla mossa americana di ridurre i giornalisti in organico ai suoi media negli Stati Uniti, ha deciso il ritiro dei visti media ai giornalisti del New York Times, del Wall Street Journal e del Washington Post.

Polemiche che piovono su un’America che si scopre spaventata e dove va in scena l’ennesima corsa alle armi: le vendite di pistole e fucili sono infatti in aumento sulla scia dei timori di disordini sociali. La paura è che la pandemia faccia crollare il sistema sociale americano, mandando in crisi la sanità e lasciando i lavoratori senza tutele al loro destino.

A salire è anche il numero di contagi: sono oltre 5.000 in tutti gli Usa con 100 morti. E la situazione è destinata a peggiorare, con il picco atteso non prima di 45 giorni.

(di Serena Di Ronza/ANSA)

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