Stop in molte fabbriche. Si ferma Fca, riapre Piaggio

Un auto in produzione nella fabbrica della Fca. (ANSA)
Un auto in produzione nella fabbrica della Fca. (ANSA)

TORINO.  – L’emergenza Coronavirus chiude le fabbriche in Italia e in Europa, ma ci sono anche aziende, come la Piaggio, che ripartono regolarmente dopo avere effettuato gli interventi di igienizzazione e riorganizzazione del lavoro.

Fca e Maserati sospendono la produzione nella maggior parte degli stabilimenti produttivi in Europa: fino al 27 marzo non si lavorerà a Melfi, Pomigliano, Cassino, alle Carrozzerie di Mirafiori, a Grugliasco e a Modena, nelle fabbriche di Kragujevac in Serbia e Tychy in Polonia.

“Lo stop – spiega il gruppo italoamericano – ci consente di rispondere efficacemente all’interruzione della domanda di mercato, garantendo l’ottimizzazione della fornitura. La sospensione della produzione viene attuata in modo tale da consentire ci di riavviare la produzione tempestivamente quando le condizioni di mercato lo consentiranno”.

Hanno già annunciato la chiusura Ferrari, Ducati e Lamborghini. Da Oltralpe Psa e Renault annunciano lo stop degli impianti europei, anche a causa del mancato approvvigionamento da parte dei fornitori. La chiusura delle fabbriche si fa sentire in Borsa dove i titoli delle principali case automobilistiche registrano crolli superiori al 10%: Fca perde il 14,5%, Renault il 12,9%, Volkswagen il 12,2%, Bmw l’11,7%, Daimller il 10,6%, Peugeot il 7,2%.

Hanno paura dei contraccolpi  di un blocco dell’attività le aziende della filiera automotive che chiedono un accordo con i Paesi Ue, in particolare Germania e Francia. “Senza un’intesa i danni sarebbero irreparabili, verrebbe intaccata pesantemente la competitività sui mercati internazionali”, sottolinea l’Anfia, l’associazione nazionale della filiera automobilistica che rappresenta le aziende della componentistica.

Non solo auto. A Genova, dopo Fincantieri e Ansaldo Energia, chiude anche l’Arcelor Mittal che da domani ricorrerà alla casa integrazione. A Torino sono decine le aziende metalmeccaniche che sospendono l’attività per adeguare uffici e officine alle misure previste dal Protocollo dei sindacati con governo e Confindustria: 18.000, secondo la Fiom, i lavoratori interessati.

Laddove, come allo stabilimento Sevel di Fca ad Atessa (Chieti), la scelta è quella di andare avanti con la produzione, non è sempre stata ben accolta per le organizzazioni sindacali, che hanno proclamato 8 ore di sciopero e rimangono vigili sull’attuazione delle misure di sicurezza. Ovunque comunque sono previsti piani straordinari di pulizia e igienizzazione, controlli e misure di sicurezza nelle mense e negli spogliatoi.

“La Fiom valuta positivamente la decisione di Fca che ha tenuto un confronto costante con le organizzazioni sindacali”, sottolinea la segretaria generale Francesca Re David che sollecita accordi in tutti gli stabilimenti per tutelare la salute dei lavoratori.

Leonardo firma con i sindacati un accordo con un modelo partecipativo di gestione dell’emergenza. “La condivisione delle scelte è il metodo giusto per crescere insieme. Un accordo all’insegna della responsabilità e della partecipazione”, sottolinea l’amministratore delegato Alessandro Profumo.

(di Amalia Angotti/ANSA)

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