Atleti in pressing: “Il Cio sui Giochi deve decidere”

Momento della presentazione della candidatutra di Tokyo per le Olimpiadi 2020.
Momento della presentazione della candidatutra di Tokyo per le Olimpiadi 2020. (ANSA)

ROMA. – Olimpiadi si, Olimpiadi no. Con il mondo in piena emergenza sanitaria per la pandemia coronavirus, i Giochi di Tokyo 2020 appaiono ogni giorno che passa in vilico e mentre il Cio si prepara ad una due giorni di incontri – rigorosamente in conference call – con le federazioni internazionali domani e con i comitati olimpici mercoledì, sul da farsi, cominciano ascendere in campo gli atleti che vogliono sapere se questi Giochi si disputeranno.

Il golfista Francesco Molinari e lo sprinter britannico Guy Learmonth lo hanno detto senza giri di parole, le Olimpiadi di Tokyo vanno posticipate. “Navighiamo a vista – le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò – una deadline per il rinvio potrebbe essere giugno”. “La salute viene al primo posto e lo sport ora è secondario”, dice  Molinari.

Dello stesso avviso Learmonth, secondo cui il Cio deve agire in maniera più decisa: “Non abbiamo ancora idea di quale sarà l’impatto di questa pandemia. Quello che abbiamo visto finora potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Naturalmente il Cio, così come il resto del mondo, vuole assistere a Olimpiadi di successo, ma per quanto sta succedendo nel mondo, sono convinto che bisogna rinviare le gare”.

“Nessuno poteva immaginare una situazione del genere. Si naviga a vista. Se c’è un piano B? Noi abbiamo due interlocutori, il Cio ed il comitato organizzatore, è sbagliato ed inelegante anticipare questo tipo di ragionamenti, la realtà è che nessuno sa da qui a uno, due, tre mesi come staranno le cose- sottolinea il presidente del Coni, Giovanni Malagò – Una dead line potrebbe essere il mese di giugno. Mancano 130 giorni ma bisogna verificare come stanno le cose da qui a due mesi. Ho parlato con il presidente del Cio, Tomas Bach, l’altro ieri, una persona saggia, equilibrata e lungimirante. Domani ci sarà questa riunione con le federazioni internazionali e il giorno dopo quella con i comitati olimpici internazionali che sono i due interlocutori, le due gambe di questo mondo. Bach vuole raccogliere idee ma uno dovrebbe essere il più possibile in grado di dire se da quella data si può ricominciare ma nessuno la conosce”.

Intanto, in Giappone, un sondaggio pubblicato dall’agenzia di stampa giapponese Kyodo, il 69,9% degli intervistati ha dichiarato di ritenere inopportuno che Tokyo riceva migliaia di atleti provenienti da tutto il mondo. E un altro sondaggio dell’emittente pubblica NHK, condotto tra il 6 ed il 9 marzo, ha suggerito che il 45% dei giapponesi è ora contrario a mantenere le Olimpiadi come previsto, mentre il 40% si dice favorevole. Il governatore di Tokyo Yuriko Koike la scorsa settimana ha definito “impensabile” l’annullamento delle prossime olimpiadi estive.

Ma la decisione finale spetta al Comitato Olimpico Internazionale, che intende seguire le raccomandazioni dell’Oms. Un rinvio dei Giochi significherebbe un vero e proprio disastro economico, con il rischio di perdere circa 3 miliardi. Il Giappone ha speso 12,6 miliardi per le infrastrutture e altri 9 per i lavori collegati. Se i Giochi saltassero, le ricadute sarebbero ingenti.

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